Tutta la politica del nostro Paese in questi mesi, compresa la “manovra”, il bilancio (sbilancio), il reddito di cittadinanza ed altre coglionate è campagna elettorale per le regionali di primavera.
Ma c’è chi la campagna elettorale per sé, la sta facendo da qualche anno. Chi non la dovrebbe e potrebbe fare.
In Calabria il Procuratore di Reggio Calabria Gratteri, uno dei magistrati che ha sempre avuto un piede in politica negli ultimi tempi è stato impegnato più che nel suo ufficio a sostenere il primato della ‘ndrangheta tra le organizzazioni mafiose (così da averne lui, di conseguenza, il primato tra i magistrati “antimafia”), pare abbia ottenuto la promessa della candidatura alla Presidenza della Regione dall’alleanza (??) Cinque Stelle-Lega.
Gratteri, Renzi lo voleva Ministro della Giustizia e una delle poche cose buone del Presidente Napolitano fu quella di puntare i piedi nell’opporsi a tale nomina. Dopo aver fatto il Procuratore politico sempre in giro per manifestazioni, starebbe per divenire il Governatore giudiziario della Calabria, già tormentata dalle alluvioni e da altre sciagure.
NO! Gratteri Presidente della Regione NO!
Chi pensa di procurarsi con la sua candidatura un’aggiunta di voti, sbaglia di grosso e si impicca con le proprie mani.
E chi si ritiene con la prospettiva della sua presidenza di mettersi al di sopra della quotidiana persecuzione giudiziaria cui sono sottoposti amministratori e politici in Calabria ed altrove, sbaglia ancora più gravemente.
Non sono certo io quello che intende dar consigli ai 5 Stelle, né tanto meno quello dal quale essi, che non ne accettano da nessuno, sarebbero disposti a riceverne.
Ma nella cosiddetta alleanza con la quale essi governano (si fa per dire) l’Italia ed intendono affrontare la prova regionale, almeno in Calabria vi sono forze e persone che, almeno, non sono sorde alla ragione. Senza di esse i 5 Stelle non vanno da nessuna parte neanche e tanto meno sotto la guida del Procuratore in cerca di collocazione politica.
Pertanto non è inutile che io rivolga un accorato invito a quanti sarebbero disposti a prestarsi a mettersi nelle mani di un amministratore giudiziario (penale) nella erronea speranza di poter contare su qualche voto di più.
La Calabria non merita di cadere sotto il peso di un’amministrazione regionale di tipo “giudiziario cautelare”, per incaponimento di un governo dell’estremismo strmentale antimafia, della generalizzazione delle cosiddette misure di prevenzione, delle “interdettive” antimafia, dei magistrati in cerca di distrazione.
Il NO secco ad una candidatura di Gratteri va detto subito, senza aspettare che, all’ultimo momento la preoccupazione di non creare chi sa quale gran casino, superi il buon senso che impone il rifiuto a questo esponente del potere “amministrativo” in funzione “cautelare” antimafia.
NO a Gratteri. E NO subito.
Mauro Mellini