E’ andato al Circo Massimo a festeggiare. Ed a gloriarsi: “quando noi promettiamo una cosa la facciamo”.
Avrebbe dovuto dire, intanto: “quando promettiamo di fare qualcosa riusciamo a firmare cambiali con le quali pagarla”. Cosa alquanto diversa.
In effetti tutta Italia sta a sentire cose circa questa battaglia per portare in porto la “manovra del Popolo”.
Di Maio ha inventato il termine “manovra del Popolo”. Ben vedere “manovra” nel linguaggio finanziario significa, poi “indebitamento”. “Manovra del Popolo” è dunque “indebitamento del Popolo”.
Sembra sfuggito anche ai politologi, agli uomini delle banche e della Finanza pubblica che tutto questo gran casino tra gli stessi componenti del Governo e della Maggioranza è scoppiato ed andato avanti non per la “riforma”, per i “regali” a piene mani disinvoltamente elargiti al Popolo ed all’elettorato ma per le cambiali da firmare per poterne parlare.
Perchè una trovata, ad esempio, come quella del “reddito di cittadinanza” non è cosa che si conclude firmando le cambiali più o meno legittimamente, e versando i soldi alla massa dei “poveri” così come definite dalle statistiche e dalle teorie sociologiche. Andate a distribuire il “reddito di cittadinanza” e vedrete che organizzando tale distribuzione, affrontando il relativo contenzioso costa più della cifra da elargire al Popolo.
Pensate a certe zone geografiche e a certe categorie sociali: vi verranno i brividi.
E così per le altre “riforme per il Popolo” escogitate dal populismo nostrano.
Del resto la “manovra del Popolo” più che una “manovra” per sistemare il bilancio del 2019 è una baggianata per lanciare un nuoto tipo di campagna elettorale,
Per questo Salvini e Di Maio si gloriano del successo di aver firmato le cambiali.
Cambiali. Cambiali e cambiali elettorali.
Mauro Mellini