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Come noto non sono cattolico, o meglio non sono credente, né particolarmente religioso o spirituale.
Però credo che il Natale sia una tradizione che vada mantenuta, per i bambini, per l’aria speciale che si respira, e anche perché ho bisogno di una motivazione per essere buono.
Anzi, PIU’ buono, perché io sono sempre buono.
Ma il Natale, da quando esistono i cellulari e la posta elettronica, è funestato da un’abitudine ormai radicata in molte persone: quella degli auguri collettivi.
Almeno una volta, nella preistoria, quando si potevano usare solo gli sms, era un messaggino secco “Tanti cari auguri a te e famiglia per le festività”, o cose simili.
Niente di invadente; e poi spesso era necessario digitare il messaggio per ogni voce dell’elenco, il che rendeva gli auguri abbastanza personalizzati.
Io che ho un cognome che inizia per “C” li ho sempre ricevuti, anche se sono consapevole che i poveri disgraziati targati Tremendini, piuttosto che Zanni, venivano quasi sempre esclusi dagli auguri via sms causa tendinite al pollice, e solo pochi, tenaci e calorosi amici si smazzavano tutto l’alfabeto.
Ora però è diverso.
Ci sono le email, c’è whatsapp, c’è Facebook, e soprattutto, maledetto a lui, c’è Google.
Perché non basta la possibilità di inviare frasi chilometriche, foto dei bambini vestiti da Babbo Natale, cartoline musicali che se disgraziatamente le apri ti parte tutto il concerto di Capodanno e non riesci a chiuderle fino alla Marcia di Radetzky.
No.
Ora è possibile trovare frasi e aforismi natalizi di tutti i tipi.
E persone che durante l’anno non ti hanno cagato di striscio, e che non sanno mettere insieme la più elementare sequenza soggetto-verbo-predicato, ti sparano frasi a metà tra i Baci Perugina e Love Story, che oltre a cariarti i denti e triturarti le gonadi ti costringono anche a rispondere a tono, perché cazzo, mica vorrai essere da meno di Prevert, no!?
Allora ecco tutto un fiorire di “Se qualcuno di rosso ti rapisce e ti chiude dentro ad un sacco non preoccuparti … sicuramente qualcuno ha chiesto un tesoro a Babbo Natale!”
Oppure “Che tu possa avere per sempre un motivo per ridere, un sogno da avverare, mille gioie da godere e nessun motivo per soffrire. Dopo questo, posso augurarti un felicissimo e Buon Natale 2014!”
Fino al tragico “Stella, stellina…” che non completo per non compromettere per sempre la funzionalità della mia tastiera.
Ma vedete, la cosa più terribile di queste frasi fatte, è che è sempre la STESSA per tutti.
Una volta identificata la sentenza viene comminata a tutta la rubrica del cellulare, e con un singolo invio ci si è messa la coscienza a posto e si mantiene in vita il network.
Ve lo dico.
Non ci provate.
Non mi mandate niente del genere se non volete essere cancellati dalla mia vita per sempre.
Io voglio i MIEI auguri di Natale.
Li voglio pensati, scritti, inviati solo per ME.
Come faccio io.
Voglio una cosa che sia solo mia, se no meglio niente.
Anche “Vaffanculo, stronzo!”, mi sta bene.
Purché sia il MIO vaffanculo.
P.S. Tutti quelli che dopo la lettura di questo post mi manderanno gli auguri con scritto “Vaffanculo, stronzo!” seguiranno la stessa sorte di “Stella, stellina..”.
Era un’iperbole.
Non vi azzardate.