Domenico Quirico è stato anche corrispondente de La Stampa qui a Parigi. Ci si incontrava a conferenze stampa o a qualche altro evento, professione oblige. Talvolta dobbiamo metterci in giacca e cravatta o in tailleur, altro che mito del giornalista bevitore e fumatore che poi tanto mito non è.
L’ho incontrato spesso, all’inizio mi sembrava burbero, invece abbiamo avuto conversazioni aperte da corrispondenti esteri… “Ma che succede al nostro paese? E qui è meglio…?”. Più scuotimenti di capo che parole. Grande penna, un giornalista insomma. Uno vero, non di quelli che vanno all’estero e se la tirano. Non uno di quelli per i quali il giornalismo è fatto di cocktails e vita mondana a Parigi, Londra, New York…quelli abbondano, ahimè.
Non lo conosco bene e mi è dispiaciuto quando ha lasciato Parigi.
Giornalisti! Comincio a stancarmi di sentire le litanie sui giornalisti “brutta razza”. Perché sul palco ci sono i parolai ma dietro le quinte ci sono i giornalisti, quelli veri. Quelli che non fanno informazione da desk, quelli che vanno sul posto..
Come Domenico che in Siria c’è andato. Sono trascorsi cento giorni ed il ministro degli affari esteri Emma Bonino ha dichiarato che è ancora in vita. Ex ostaggi, come Christian Chenaud, mi han detto che più il tempo passa più ci son speranze, una questione di trattative…. meglio non dir troppo per la sua sicurezza, meglio ricordarlo per far capire che è importante.
Domenico! Ho potuto ristringere la mano a Christian Chenaud, Georges Malbrunot, Hervé Ghesquière e voglio pensare che presto un giro a Parigi lo rifarai. Ti offro da bere. Ovviamente dovrai accettare anche un premio. Ti tocca. Magari ti toccherà pure scrivere un libro.
Sai, mentre sei lì, mi son sentita dire che “noi all’estero” non possiamo capire perché siamo all’estero oppure che ci sentiamo superiori perché siamo all’estero. Come spieghiamo che prendiamo dei rischi per poter raccontare la verità, non quella che circola in copia ed incolla sul web?
Sarebbe potuto succedere a me ma son sempre tornata.
Ti aspettiamo!
Luisa Pace