OSSERVATORIO MILITARE: Sembra una battuta del grande Totò ma purtroppo non è così; è dannatamente vero! La pericolosità dell’uranio impoverito è riconosciuta solo per qualche Ufficiale o per membri del Comitato di verifica. Come dire: da un certo grado in su tutto riconosciuto, da Maresciallo in giù puoi anche morire ed essere dimenticato. Ci rifiutiamo di credere in questo principio ed invece vogliamo credere che di quanto accaduto non siano stati informati ne il Capo di Stato Maggiore della Difesa ne il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. L’interrogazione presentata qualche giorno fa dall’On. Lorenzo Fioramonti tende a scoprire le malefatte del passato e conoscere i motivi per i quali ad un unico ufficiale in tutta Italia è stato riconosciuto lo status di vittima del dovere per una patologia (per sua fortuna non tumorale) collegabile all’uranio impoverito e con esso anche risarcimenti ed indennizzi che, probabilmente, neanche gli sarebbero spettati. Che l’Ufficiale in questione potesse essere affetto da patologia di protagonismo estremo lo avevamo immaginato quando, in un post pubblico, afferma di essersi trovato in volo con un velivolo dell’Esercito esattamente sulla verticale dell’attentato al Giudice Borsellino durante una missione di cui non vi è traccia nei registri di volo dell’Esercito Italiano; ma che possa avere ottenuto risarcimenti ed indennizzi senza avere assolutamente riscontro nell’attività lavorativa svolta e senza essere affetto (per sua fortuna) da nessuna patologia attualmente collegata all’esposizione ad uranio impoverito è una offesa insopportabile per i famigliari delle 384 vittime e dei 7900 malati. Considerate le bugie profuse, l’ufficiale in questione avrà avuto certamente appoggi o complicità di altissimo livello (vedi anche la stretta collaborazione con l’ex Ministro della Difesa e la creazione di una Fondazione sulla quale toccherà alla Magistratura fare luce), con altrettanta certezza aspettiamo un intervento deciso dell’attuale Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Gen. Farina noto per la sua correttezza e rispetto per ogni singolo uomo/donna alle sue dipendenze siano essi Generali o soldati semplici. Dall’esame della vicenda prende sempre più consistenza la possibilità che l’Ufficiale, facendo leva sulla buona fede dei vari enti che lo hanno valutato, oltre all’appoggio di complici all’interno dell’amministrazione, abbia esibito come documento ufficiale il suo libretto personale di volo che, come gli addetti ai lavori sanno, la compilazione e devoluta al titolare. Quanto riportato sul libretto però, sembra non trovare riscontro nei registri ufficiali di volo dello Stato Maggiore dell’Esercito. In quanto poi a presunte missioni con velivoli esteri, semmai veritieri, sarebbero stati solo da passeggero quindi senza alcuna partecipazione attiva e nessun compito in missioni operative. Nel rispetto dei malati e dei famigliari dei deceduti ci auguriamo un intervento chiarificatore dei vertici militari e del Ministro della Difesa affinché al danno meramente economico apportato alla collettività (comunque si parla di milioni di euro) venga resa giustizia ai tanti deceduti che veramente sono rimasti vittime dell’esposizione all’uranio impoverito ed ancora lottano nei Tribunali d’Italia per avere giustizia.