Il 12 Agosto presso il Circolo Nautico di Gaeta si è tenuta la presentazione del libro del magistrato della procura milanese Maurizio Ascione (noto per le numerose indagini sulle morti per amianto nelle fabbriche milanesi, oltre che in metropolitana e alla Scala), dal titolo “Questa capacità di sorridere e piangere”.
Il moderatore presenta l’avvocato Ezio Bonanni
Dopo il saluto alle Autorità locali, ha preso parola il moderatore Professore e giornalista Lino Zaccaria, il quale si è soffermato in modo particolare sulla lettura del libro che, a suo parere, risulta non solo interessante ma addirittura perfettamente adeguata al difficile periodo che stiamo attraversando, sopratutto in tema di formulazione delle leggi che sono state fatte in occasione dei reati cosiddetti “ambientali”.
Successivamente è intervenuto il Presidente Ona (Osservatorio Nazionale Amianto) avvocato Ezio Bonanni il quale dopo aver esposto il difficile problema amianto, ha espresso le sue perplessità sulla difficile interpretazione delle leggi sui reati ambientali.
Per il noto legale esse infatti molto spesso risultano talmente contraddittorie, da mettere in difficoltà la stessa magistratura chiamata ad assolvere compiti che richiedono, non solo molto competenza ma anche grande capacità di correlare le leggi stesse.
L’intervento del Professore Sinno
Il moderatore ha poi introdotto il Professore Renato Sinno, già docente di Mineralogia presso l’Università di Napoli Federico II.
Il Professore Sinno, ha iniziato la sua relazione in maniera piuttosto sorridente, spiacente di constatare le assenze di alcuni amici “costretti a letto dal grande caldo” ed invocando altresì “la morte di una civetta che non si riesca ancora a comprendere da che lato canti” .
Poi, con tono molto serio e dolce al contempo, ha puntualizzato ai numerosi amici e colleghi presenti in sala che il suo intervento non avrebbe dovuto essere considerato come una invasione di campo bensì come un semplice omaggio ad un amico (il procuratore Maurizio Ascione), compagno di numerose battaglie in difesa della pubblica salute.
Poiché il titolo del libro si presentava in maniera enigmatica: “Questa capacità di sorridere e piangere” il primo pensiero del Professore Sinno è stato quello di interpretare la metafora della frase sibillina, confessando di averne trovato una risposta soltanto alla fine del testo.
Il rebus?
Si tratta di una frase pronunciata abbastanza recentemente da Papa Francesco in riferimento ai bimbi di tenera età.
Infatti la capacità di ridere e piangere al tempo stesso è una caratteristica soltanto della tenera età ed è poco trasmissibile agli adulti, in quanto è la sintesi di candore, innocenza ed amore che costituiscono proprio il tratto saliente dell’infanzia.
Il professore ha poi continuato illustrando il grande cattolicesimo professato dal Pm Ascione e attribuito principalmente all’educazione ricevuta in famiglia (che è tipica della famiglia medio borghese del mezzogiorno d’Italia).
In risalto soprattutto il tema della solidarietà e competenza nei riguardi di chi deve essere giudicato, non nascondendo però il tormento che interviene nel giudizio quando si approfondiscono i criteri delle leggi, qualche volta contrastanti.
Un tale tipo di tormento si è evidenziato poi anche nella trattazione del problema dei migranti, con particolare riferimento alla morte di molti bambini che nella loro innocenza e candore non hanno potuto neanche percepire le ragioni di un viaggio affrontando il mare che diviene per gli stessi una tomba.
Dopo aver spiegato altri particolari, tutti collegati da uno stesso filo conduttore (facente capo all’amore per il prossimo), il professor Sinno ha voluto sintetizzare il suo giudizio sulla personalità dell’autore secondo due principi : il primo facente riferimento alla lettera dei classici ai quali molto spesso Ascione ricorre nel libro (molti i riferimenti a Foscolo, a Pascoli, a Carducci, per citarne alcuni), fonti di una cultura dalla quale il nostro paese si sta lentamente allontanando.
In virtù di ciò, la prima definizione è dell’autore : “sei un classico romantico dal cuore tenero”, la seconda definizione è stata quella di assimilarlo, in termini chimici, ad un “residuo insolubile” significando quella parte che comunque sfugge all’analisi dovuta ad una forte resistenza agli acidi e alle basi forti .
“È il tipico comportamento che si avvicina al mio mondo” afferma Sinno “dovendo precisare, che per mantenersi in posizione verticale, con la schiena dritta, in questa società “liquida” come la definisce Bauman, comporta molto spesso la difficoltà di ingoiare rospi molto amari.
Nel concludere Sinno ha citato tre concetti di grandi pensatori quali: Neruda, Brecht e Cacciari affermando “che sia in tema di politica e di economia, di ambientalismo e salute, di amicizia o controversia, occorre tenere sempre presente l’Uomo, nel pieno rispetto dei suoi doveri e dei suoi diritti senza dimenticare la sua dignità”.
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