Si è conclusa la settimana scorsa la tre giorni di eventi celebrativi del Rito della Luce 2019. La solenne manifestazione è stata voluta ed organizzata dal mecenate siciliano Antonio Presti, già noto in tutto il mondo per la sua tenace volontà di promuovere la bellezza dei luoghi realizzando a Castel di Tusa l’Art Hotel Atelier sul mare,un Albergo con stanze a tema artistico e promuovendo anche istallazioni in esterno che uniscono il fascino della bellezza estetica con la profondità della meditazione migliorativa del nostro essere interiore.
Durante i tre giorni dell’evento, svoltosi presso la “Piramide 38° Parallelo” a Motta d’Affermo, ( unico per intensità e partecipazione emotive), ben 300 artisti, poeti, pensatori, musici e pittori provenienti da ogni parte hanno voluto testimoniare ed offrire al numerosissimo pubblico intervenuto, anche sotto il sole cocente del siciliano solstizio d’estate, con la loro presenza e con le loro opere “ uno spicchio dimensionale di amore assoluto per la Bellezza” che anche l’uomo sa creare.
Ed è in questa cornice quasi metafisica che i cinque artisti della Tavola di Migliandolo, struttura di cooperazione artistica, creata e guidata con sapiente professionalità dall’astigiano Claudio Mogliotti, e presente con Ascanio Cuba di Milano, Roberto Collodoro in arte Robico di Gela, Pupi Fuschi di Palermo, Pierdonato Taccogna di Bari e Rosalba Mangione di Agrigento hanno voluto realizzare le loro gigantesche Uova.
L’artista agrigentina Rosalba Mangione,in abito rigorosamente bianco come tutti gli artisti presenti, e rispettosa del e nel silenzio della concentrazione creativa, memore della sua presenza ormai decennale nelle esposizioni continentali dagli Stati Uniti alla Cina, ha voluto con il suo Uovo e con la qualità dei colori spalmati sopra (poichè negli anni a seguire dovranno sfidare e sopravvivere alle intemperie ed alle aggressioni dell’esterno-natura), confermare la propria strutturale visione ancestrale del creato e della vita. Non a caso l’opera è stata titolata “ UOVO ANCESTRALE”.
Alla fine del lavoro l’artista agrigentina è stata sommersa dai complimenti del numeroso pubblico convenuto da ogni parte e le foto scattate e i selfie richiesti in sua compagnia l’ hanno ricompensata dalla fatica veramente titanica che ha comportato lo stazionamento in piedi a lavorare per ore sotto un sole e un caldo veramente feroci e spietati.
Ma alla fine Rosalba, seppur visibilmente accalorata e stanca si è dichiarata felicissima di aver donato alla terra che le ha dato i natali, questa straordinaria opera di peso e valore strutturale e simbolico, riconoscente al Mecenate Presti e grata a Claudio Mogliotti che tenacemente l’ha voluta nella Tavola di Migliandolo.