Ancora una sentenza, questa volta del TAR Cagliari, che non solo condanna il Ministero della Difesa a riconoscere le patologie tumorali di un militare conseguenti all’esposizione senza precauzione ad uranio impoverito, ma non fa alcuna distinzione tra l’inquinamento bellico sui teatri operativi e quello nei poligoni internazionali della Sardegna dove questo militare ha operato.
Ancora una volta l’Avv. Angelo Fiore Tartaglia dell’Osservatorio militare, ottiene una sentenza che aprirà nuovi spiragli per la questione che ormai da vent’anni viene dibattuta nei tribunali d’Italia. “Non vi è alcun dubbio sulla nocività dell’uranio impoverito” queste affermazioni contenute anche in questa sentenza, cadono come macigni sull’indifferenza dello Stato Maggiore della Difesa che, con il suo negazionismo, costringe l’Amministrazione della Difesa a sperperare milioni di euro in procedimenti giudiziari, risarcimenti ed interessi. Già, interessi! Perché nonostante le sentenze esecutive e passate in giudicato il Ministero accumula tanti di quei ritardi nell’eseguire le stesse che molto spesso il TAR è costretto ad intervenire nuovamente per costringere gli uffici della Difesa preposti ad eseguire le sentenze.
In questi giorni, proprio mentre i TAR continuano a condannare consolidando sempre di più la giurisprudenza maturata in 20 anni da Tartaglia, il Ministro della Difesa rischia una condanna all’ottemperanza per una sentenza ancora non liquidata dal ministero edun possibile decreto ingiuntivo per mancato pagamento. Una situazione paradossale che non può più attendere di essere risolta. Mentre la Magistratura amministrativa indaga anche su possibili danni provocati all’erario per riconoscimenti di indennizzi ottenuti con documentazione non corrispondente alla realtà,il Governo si muove con la determinazione più volte espressa dalla Ministro Elisabetta Trenta ad arrivare ad una soluzione della questione per ridare speranza e fiducia nel personale.
Da anni tante promesse e pochi fatti, questa volta potrebbe essere la volta buona, il tutto alla vigilia del 4 aprile prossimo, data di un appuntamento definito storico dall’Osservatorio Militare in cui per la prima volta un Ministro della Difesa parlerà dell’argomento alla presenza delle parti interessate, all’indomani di una relazione della IV Commissione d’Inchiesta (Scanu) che ha aperto uno spiraglio di luce sull’intera vicenda proponendo un disegno di legge ancora bloccato dagli artigli invisibili di una parte della politica che viaggia a braccetto con alcuni vertici della Difesa.Questa sentenza non è la prima, non sarà l’ultima ma rappresenta un punto importante dell’intera discussione.
I teatri operativi ed i poligoni sono da considerarsi pericolosi allo stesso modo ed il problema va visto ed inquadrato nei due aspetti in modo globale e scevro da condizionamenti ed interessi economici. Il rispetto dell’ambiente esaltato nei contenuti del discorso del Presidente Mattarella nella lectio Magistralis tenuta qualche giorno fa, passa anche dalle considerazione del TAR Cagliari.
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