C’è una cosa che non ho capito, forse perché l’ho capita benissimo e non all’ultimo momento in questa polemica grottesca sulla TAV da fare o non fare.
Non ho capito la rapidità con la quale, dopo che qualcuno aveva fatto presente che era pure necessario mettere a fronte spese e vantaggi dell’opera, una Commissione nominata da Toninelli ha subito concluso.
E non capisco come cambiamenti di opinioni politiche e tecniche possono arrivare con rapidità facilmente.
Ora viene fuori che per essere conveniente la Lione-Torino dovrebbe poter contare su di un movimento merci e passaggi 25 volte superiore a quello reale. Che, poi non è reale perché è sperabile che il confronto non si pretenda di farlo con il movimento merci di una ferrovia che non c’è. E’ sperabile, ma con un Toninelli c’è da aspettarsi anche questo.
Non mi piace blaterare e sputar sentenze in materia sulla quale non ho una certa preparazione.
Ma qualche idea mi passa per la mente.
Quando fu fatta la nuova ferrovia Roma-Milano che ha quasi dimezzato i tempi di percorrenza tra le due città, esisteva un intenso traffico aereo che rappresentava una forte percentuale di quello facente scalo a Fiumicino.
Non so se allora si dovettero superare tante difficoltà e se, mancando un gigante del pensiero come Toninelli al Ministero si provvide o no per il calcolo del traffico su cui la TAV avrebbe potuto contare. So però che oggi da Roma a Milano e Torino si va in treno con la nuova linea e la tratta aerea Roma-Milano e Roma-Torino è ridotta quasi a zero.
Calcolare l’utilità di un’opera pubblica infrastrutturale non è facile e i fatti dicono che essa superi quasi sempre le previsioni.
Certo, Toninelli ne sa più di me ed ha attorno quelli del “Bar dello Sport” che sanno tutto.
Certo è che questa Commissione che in extremis rifà i calcoli e stabilisce che il traffico transalpino ferroviario è quello dei tempi delle opere promosse dal Conte di Cavour, mi fa ridere. E ridere di fronte a certe funeree cavolate non sta proprio bene.
Ma l’idea di un Toninelli alle prese con grafici, numeri ed equazioni non può lasciarci senza reazioni smodate.
E’ la forza del pensiero.
Ed anch’io voglio dirla come è di moda: ma che cosa c’è dietro?
Mauro Mellini