Ancora una sentenza della Suprema Corte ottenuta dall’Avv. Angelo Fiore Tartaglia dell’Osservatorio militare, si cristallizza uno dei punti focali di una battaglia durata vent’anni: I militari che hanno operato su teatri in cui è stato utilizzato armamento all’uranio si sono ammalati e sono deceduti perchè non sono stati tutelati. Questa è la seconda sentenza di cassazione ottenuta da Tartaglia che potrebbe mettere la definitiva parola fine a questa sporca storia che ha visto tre commissioni parlamentari esprimersi senza una definitiva posizione ed una quarta commissione che finalmente alza il coperchio sul “sistema difesa” per coprire i comportamenti sbagliati e propone anche una PDL puntualmente messa all’angolo dai soliti noti. Questo ennesimo macigno sulla questione uranio cade proprio all’indomani della prima, vera apertura che arriva da un Ministro della Difesa fino alla scorsa legislatura anch’esso negazionista o, nella migliore delle ipotesi indifferente. La Ministro Trenta ha affrontato il problema ed ha dato il via alla costituzione di un tavolo tecnico pronto a partire. Ovviamente grande rilevanza avranno le due sentenze di Cassazione sulle quali si dovrà lavorare sodo al fine di individuare una soluzione al presente ma, sopratutto una prevenzione per il futuro. Il gran lavoro svolto da Tartaglia con l’Osservatorio Militare resta un caposaldo storico nella vicenda da cui partire anche per una politica di tutela e prevenzione tra tutti gli Stati Membri della NATO. E’ importante ricordare che proprio la NATO aveva messo in evidenza i pericoli derivanti dall’utilizzo di munizionamento all’uranio e proprio la NATO più volte aveva richiamato i vertici militari italiani dell’epoca ad attivare ogni precauzione prevista per salvaguardare la salute dei nostri militari. Ora la storia ci mette di fronte ad una verità giuridica ineccepibile con un Ministro disponibile ed una proposta di legge che, aggiornata alle ultime indicazioni derivanti dalla Suprema Corte, non potrà più essere ignorata. Questa sentenza che è una vittoria per i ragazzi che si sono affidati in questa battaglia all’Osservatorio Militare è una sconfitta per chi ha affidato la propria vita a vertici che hanno dimostrato impreparazione ed arroganza e che, ancora oggi, si leggono in affermazioni da parte di ex C.ti che offendono la memoria di questi ragazzi e di quest’Italia che, seppure dopo anni, riesce a uscirne sempre a testa alta.