Disobbedienti
Alla faccia della “Democrazia” per chi ancora non avesse capito che è stata abbondantemente sabotata da anni, Gigino Di Maio è andato su tutte le furie per l’improvvisa alzata di testa di alcuni senatori grillini che si sono permessi, pensate un pò…autonomamente, di manifestare liberamente il loro pensiero attraverso una votazione contraria a quella del “piccolo duce”.
Salta così una buona parte del condono edilizio previsto per l’isola di Ischia, anche se grazie agli articoli 25 e 41 inseriti nel decreto “Genova”, l’esecutivo fa passare con l’approvazione del Parlamento (di ben 167 senatori), due disposizioni legislative occultate in una norma – sul disastro ligure – che legalizza l’inquinamento (idrocarburi nei suoli agricoli) e condona l’abusivismo edilizio.
Di cosa parliamo?
I “disobbedienti” del M5S hanno deciso di non partecipare al voto che ripristinava il testo uscito dalla Camera sul condono per Ischia. Si tratta di Paola Nugnes, Bogo Deledda, Fattori, Giarrusso, Turco, Vaccaro ed il Senatore Ciampolillo, quest’ultimo noto per le sue battaglie sulla liberalizzazione della Cannabis a fini terapeutici e per dichiararsi “Vegan”.
Di Maio ha immediatamente riunito i fedeli lacchè per valutare eventuali sanzioni contro gli angeli ribelli e già nell’aria si sente l’odore di espulsione.
Il caro di Maio però non ha capito bene che quando si tira troppo la corda questa si può spezzare e che il boomerang mediatico potrebbe colpirlo in pieno in men che non si dica.
Già perché, buona parte di elettori non ha gradito il repentino appoggio a Salvini, personaggio fortemente contrastato da Gigino fino a un anno fa e già si registra un alto tasso di “pentiti” grillini.
Due articoli in un decreto?
Il trucco c’è e si vede.
Il raggiante Toninelli esulta, precisando a suo dire che si discute di soldi destinati agli sfollati di Genova dopo il crollo del ponte Morandi, in realtà vanno fatte alcune specifiche, così tanto per dare ai cittadini un quadro più ampio della situazione.
La parte sul ponte è semplicemente assurda: il capitolo dedicato agli appalti produrrà con ogni probabilità, una lunga scia di contenziosi che lo Stato non riuscirà a gestire facilmente.
Oltretutto gli indennizzi sono per lo più sgravi fiscali (quindi non sono indennizzi reali) e, qui casca l’asino, ci sono i soldi per la distruzione del ponte ma non per la sua ricostruzione.
Ecco cosa scrive la senatrice Nugnes, in un post “È doveroso chiudere le pratiche del condono ancora aperte dal 1985 e dal 1994, ma con l’art. 25 del decreto Genova si dà questa possibilità anche alle domande del condono del 2003 che sarebbero illegittime perché il condono in Campania non è mai entrato in vigore per varie vicende giuridiche (e quindi tutti i campani potrebbero chiedere ora di avere lo stesso diritto )”.
Nugnes poi aggiunge, “non basta, si è anche stabilito che tutte le domande, di tutti e tre i condoni (2003, 1994 e 1985) siano evase esclusivamente secondo i parametri della legge 47/85 e quindi il condono Craxi, ben più permissivo dei due successivi” (in epoca berlusconiana 1994 e 2003. L’unica che riguarderebbe anche le abitazioni costruite in aree vincolate n.d.r).
Con la bocciatura, si torna di fatto al testo iniziale dell’articolo, per cui restano il riferimento e l’applicazione della legge sul condono dell’85 (la n.47) per le istanze pendenti su immobili danneggiati dal sisma di un anno fa.
Adesso il governo dovrà decidere se ribaltare la decisione della commissione, ripristinando il condono nella sua originale, ovvero ciò che ha promesso Di Maio a Ischia. Oppure di accontentarsi di un condono ridotto.
Quel che è certo è che il decreto emergenze sembrerbbe il più grande regalo agli speculatori degli ultimi 30 anni.
Neanche Berlusconi sarebbe arrivato a partorire una simile porcheria!
Intanto per Nugnes non c’è fretta “I tempi per tornare alla camera ci sarebbero tutti, il decreto scade il 27, sarebbe bastato volerlo”.
Ma non è a questo che pensano i “gerarchi” del Movimento, protesi verso la “soluzione finale” nei confronti dei non ortodossi…