Ieri ho ascoltato un’interessante intervista a Giorgetti, che ha detto alcune cose che meritano una riflessione.
Non le sto a riportare qui perché vorrei dire altro, ma è un fatto che l’Italia nei cinque anni passati ha visto il minore aumento del PIL tra i 27 paesi membri dell’Europa e un peggioramento del debitoche ha raggiunto il massimo quest’anno a luglio. Peggioramento e non può essere certo imputato alle politiche di un governo appena insediato.
Se ne evince che le politiche economiche dei governi precedenti, tutte incentrate sul contenimento e la riduzione del debito non solo non hanno ottenuto i risultati previsti ma hanno anche fermato la crescita.
Come qualsiasi imprenditore sa, senza i soldi di terzi non si fa impresa, e nel momento in cui tutti i ricavi vanno a ridurre i debiti verso terzi, non si fanno più acquisizioni, investimenti, insomma l’azienda non cresce. Chiedere a Telecom Italia.
Ora, si può essere d’accordo o meno con la manovra del governo, ma è chiaro che va in una direzione opposta dalle precedenti.
In un contesto normale uno prende i numeri, li valuta, e poi giudica la manovra.
Tuttavia il giudizio per noi è stato già emesso, la manovra è stata bocciata prima ancora di essere discussa ed emendata dal parlamento.
Chi l’ha emesso? Il mercato e le società di rating, che stanno mandando avvertimenti sotto forma di analisi preliminari e soprattutto di aumento dello spread.
Lo spread è la differenza in interessi tra i BTP emessi dallo stato italiano e i BUND tedeschi, considerati la base di riferimento. Quindi uno spread di 300 punti base vuol dire che lo stato italiano per “convincere” qualcuno a comprare i BTP (e quindi a prestarci i soldi) deve dare interessi del 3% superiori ai miseri 0,50% tedeschi.
Sei mesi fa lo spread era a 140.
Cosa è cambiato nel frattempo?
Ovviamente nulla! Il paese Italia, a meno che non ci siano un centinaio di esplosioni termonucleari mirate, non cambia in sei mesi.
E’ però cambiata la “fiducia” dei mercati e il “giudizio” delle società di rating.
Per capirci: siccome non sono convinto che potrai ridarmi i soldi, mi devi pagare il rischio un po’ di più, altrimenti compro i BUND che rendono un cazzo ma di sicuro i soldi li rivedo.
Le società di rating invece stanno valutando se far scendere di un altro gradino l’affidabilità del sistema Italia, il che comporterebbe automaticamente un innalzamento dello spread, interessi più alti e insomma un circolo vizioso.
Ma chi sono i mercati e le società di rating?
Degli asettici investitori stranieri che decidono dove comprare in base alla convenienza?
In piccola parte.
In realtà il debito pubblico italiano è principalmente in mano agli italiani. Siamo noi, attraverso acquisti diretti, investimenti delle banche, e acquisti massicci da parte della Banca d’Italia, che prestiamo i soldi allo Stato. E siccome gli italiani sono dei grandi risparmiatori, sono anche in grado di ridare i soldi a se stessi senza tante storie.
Traduzione: lo spread è un FALSO problema. Non c’è NESSUNA possibilità che lo Stato italiano collassi se aumenta lo spread, a meno che non arrivi a livelli impensabili, cosa che non può succedere proprio perché l’eventuale speculazione sarebbe limitata ad una parte molto limitata dello stock.
Certo, è possibile che se le agenzie di rating ci declassino a tal punto da valutare come “spazzatura” i titoli di stato, si inneschi un meccanismo per cui nessuno, neanche più gli italiani, vogliono prestare i soldi a se stessi.
E questa valutazione è fatta in maniera asettica, professionale, e basata su parametri economici?
Io ci andrei cauto nell’affermare una cosa del genere (e anche la Magistratura ha cercato di capirci qualcosa).
Le società di rating, che fanno margini operativi del 40%, sono partecipate da grandi agglomerati industriali e finanziari, basti pensare che Moody’s per il 14% è di proprietà di Warren Buffett, che non è un noto filantropo, ma l’uomo più ricco del mondo che ha fatto i soldi scommettendo sulle disgrazie degli altri.
E se possiede la maggioranza di una società che deve giudicare il sistema Italia e in base a questa decisione si spostano centinaia o migliaia di miliardi di euro, insomma c’è da fidarsi?
In sintesi, io credo che questa manovra abbia alcuni elementi positivi.
Il primo è il tentativo di svincolare la sovranità del paese da condizionamenti esterni che come si è visto non hanno fatto finora gli interessi italiani.
Penso che basare l’andamento del sistema finanziario e quindi anche degli interessi sul debito pubblico, sul giudizio dato da pochissime persone all’interno di società partecipate da gente che ha tutto l’interesse a comprare e vendere al momento giusto sia antidemocratico.
Lo ridico: ANTIDEMOCRATICO, perché non consente ad un paese sovrano di fare scelte diverse da quelle imposte dal turbocapitalismo imperante.
E quando non c’è libertà economica, non c’è libertà e basta.
Rodocarda
davvero interessante