Il distanziometro – misura che le regioni e i comuni hanno messo in campo per proteggere luoghi sensibili come scuole, chiese e ospedali – non è uno strumento efficace per contrastare il “problem gambling”. L’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità dimostra che, tra i luoghi di gioco, il giocatore problematico predilige quelli lontani da casa e dal lavoro (quindi capillarità e prossimità non sono elementi che favoriscono la problematicità), quelli che garantiscono la maggior privacy o con un’area fumatori; tra i giocatori problematici – riporta Agipronews – è maggiore la percentuale di chi fuma o di chi consuma alcolici 4 o più volte a settimana.