Dimissioni a sorpresa dalla Giunta Firetto dell’arch. Mimmo Fontana, Assessore all’Ambiente.
In una conferenza stampa di ieri, 22 gennaio, Fontana ha dichiarato che i motivi della sua uscita sono “personali”, intendendo trasferirsi con la Famiglia a Palermo e dedicarsi più intensamente a Legambiente, in cui ha ricoperto la carica di Presidente Regionale.
Fontana ha per diversi anni avuto ad Agrigento un ruolo di attiva collaborazione con il noto Giuseppe Arnone, che in effetti si considerava il padre-padrone di Legambiente, figurandone come il difensore nei più spericolati giudizi, in cui tale ente, con delega di Fontana, assumeva discutibili ruoli di parte civile, mentre in effetti Arnone ne era il promotore e l’agente pubblicitario.
Per molti anni ad Agrigento Legambiente ed Arnone sono state due parole per dire la stessa cosa.
E Fontana veniva fuori a vario titolo in tutti i processi più o meno fantasiosi che il fascino di Arnone su buon parte dei magistrati consentiva fossero imposti alla Città.
Non piccola parte della responsabilità per la tragicommedia del depuratore “demonizzato” e, poi, lasciato inutilizzato dopo che ne era andata a monte la persecuzione giudiziaria di Amministratori, Progettisti e persino di cittadini rei di aver sostenuto la necessità dell’opera, è ascrivibile anche a Fontana.
Testimonianze rese di appartenenti a Legambiente, chiamati da Arnone a testimoniare, hanno ammesso che alle riunioni di Legambiente tenute per mettere a punto la persecuzione di un Funzionario risultato sempre totalmente innocente (e che ha fatto infliggere all’Arnone la prima delle condanne del torrente giudiziario che, poi, lo ha travolto), non era mancata la presenza attiva di Fontana.
Ma ad Agrigento, riunioni o non riunioni, Legambiente “era” Giuseppe Arnone. Al quale non mancarono le deleghe di Fontana anche quando le sue trovate giudiziarie avevano assunto carattere parossistico.
La simbiosi politico-giudiziaria Arnone-Fontana e la stessa appartenenza a Legambiente di Arnone sono cessate quando anche i buoni rapporti dell’”ambientalista” con la magistratura locale sono cambiati, così che tra le molte condanne da lui riportate diverse sono quelle per diffamazione e calunnia di magistrati, vilipesi e sbeffeggiati addirittura con manifesti e striscioni.
L’inclusione di Fontana nella Giunta Firetto, era apparsa una grave ed inspiegabile brutta “pezza colorata” in una Amministrazione che intendeva porsi come innovatrice di metodi e di andazzi in una Città che aveva conosciuto la sopraffazione di un incredibile personaggio.
I “motivi personali” delle dimissioni non saranno, comunque, qualcosa di cui dovranno dolersi lo stesso Sindaco, l’Amministrazione e, soprattutto la Gente di Agrigento.
Non mancheranno “voci” a contraddire i “motivi famigliari” delle dimissioni. Non credo che sia il caso che siano raccolte. Bastano i motivi, che non sono ricavabili da voci, che avrebbero consigliato di non includerlo nella Giunta.
Auguri al suo successore.
Mauro Mellini