Stati Uniti sotto attacco degli uragani
Cosa sta davvero succedendo al clima del nostro pianeta? Alla luce di quello che sta accadendo in questi ultimi tempi, sono tante davvero le domande che ci poniamo. Estati siccitose in zone tradizionalmente umide e piovose, mentre piove a dismisura in territori al contrario tradizionalmente aridi e soggetti a scarse precipitazioni. Ma a ripetersi con frequenza sono gli eventi estremi, quelle calamità naturali di potenza distruttiva immane, come gli uragani. Gli Stati Uniti sono da alcune settimane attaccati da uno sciame di potenti uragani in sequenza senza precedenti. C’è stato prima Harvey, che ha investito con tutta la sua furia il Texas, provocando danni incalcolabili a livello economico, numerose vittime, e distruzione ovunque nella zona. Adesso a preoccupare nuovamente la popolazione Usa ci sta pensando Irma, nuova terribile minaccia, già considerata come una delle peggiori tempeste nella storia americana, superiore anche al recente Harvey, a Katrina, e al terrificante Andrew del 1992. Gli esperti paragonano la sua forza a quella scatenata dall’esplosione di una bomba atomica. E’ attesa nelle prossime ore a Miami, ma nel frattempo, ha già lasciato dietro di sé una incredibile scia di devastazione in tante isole dei Caraibi toccate nel suo percorso. Dati ufficiali riferiscono di ingenti danni nelle isole Bermuda, alle Bahamas, e nelle Isole Vergini Statunitensi, e di circa tredici morti per il momento. Il premier di Barbuda, Gaston Browne, ha dichiarato: “Il nostro paese è ridotto ad un mucchio di macerie”. Cuba, colpita in queste ore dalla furia dell’uragano, ha proceduto nelle scorse ore all’evacuazione di quasi 36mila turisti stranieri dalla costa orientale. Notevoli danni vengono segnalati anche a Puerto Rico.
Trump ha recentemente dichiarato: “Siamo preoccupati, ma preparati al meglio delle nostre possibilità”.
In queste ultime ore Irma avrebbe perso leggermente in potenza, con i suoi venti che sono passati da una velocità iniziale di circa 300 km. orari a quella attuale di 210/220 km all’ora circa. Sarebbe anche stata declassata adesso dal Centro Nazionale Uragani a categoria 4, dopo un avvio al massimo della potenza possibile, con categoria 5. Ma nel frattempo la paura in Florida sale di ora in ora. E’ corsa all’acquisto di medicinali e generi alimentari di prima necessità. Chi ha potuto ha direttamente lasciato lo stato. Le autorità raccomandano alla popolazione di non uscire di casa, o di rifugiarsi negli scantinati. Ordinata la chiusura di tutte le scuole nello stato, mentre è in corso l’evacuazione totale nelle Isole Keys. Allarme rosso anche in Georgia . Appelli sono giunti dagli ex Presidenti Bill Clinton, Jimmy Carter, George H.W. Bush e Barack Obama, che hanno invitato gli americani a fare donazioni per tutti i danni provocati dal passaggio di Harvey in Texas, e per aiutare ora le vittime di questa ennesima tempesta. All’orizzonte però, oltre a questa, anche nuove minacce si vanno a profilare: dopo Irma, anche l’uragano José, attualmente nell’Oceano Atlantico, sta acquisendo sempre più forza, potendo anch’esso diventare a breve un nuovo potenziale pericolo per le coste americane. Preoccupa anche l’altro uragano Katia, che si trova al momento nel Golfo del Messico.
Uno sciame così rapido di uragani in sequenza non si verificava da decenni negli Stati Uniti. In tanti hanno capito che non è normale, che tutto ciò è anche colpa dell’uomo.
Ma per adesso, a pagarne le conseguenze sono gli abitanti degli Stati Uniti.
Graziano Dipace