Una gravissima crisi di cui si parla davvero troppo poco
Negli ultimi giorni diversi importanti temi hanno tenuto banco nelle notizie di apertura dei nostri TG, come nelle prime pagine dei maggiori quotidiani online e cartacei nazionali. Primo fra tutti, lo scontro in atto – per ora solo verbale fortunatamente – tra Kim Jong Un e il Presidente DONALD Trump, un duello che tiene tutto il mondo col fiato sospeso. C’è stata poi la gravissima tragedia avvenuta in Texas ad opera dell’uragano Harvey, che tante vittime e tanta distruzione ha generato, e che ci fa sempre più riflettere su quali colpe abbia davvero l’uomo nell’aver contribuito a tali sconvolgimenti climatici.
Si è parlato invece troppo poco sui vari giornali di un altra vicenda, anch’essa estremamente grave, che non poche preoccupazioni ha suscitato, e continua tuttora a generare nella popolazione di una intera Regione d’Italia.
L’emergenza incendi in Abruzzo, una situazione che preoccupa giorno dopo giorno, e che sta mettendo a rischio tutto lo splendido ecosistema della regione. Un’ estate 2017 di per sé difficile per molte regioni meridionali, tormentate da incendi di vaste proporzioni, originati in molti casi dalla follia umana (come nel caso della Campania, dove nel mese di Luglio nel napoletano, in un’ampia zona alla falde del Vesuvio, si è assistito a una serie infinita di incendi, quasi tutti di origine dolosa).
Da alcuni giorni ad essere tormentata dai roghi è questa bellissima regione del Centro – Italia.
Tante le zone interessate, colpiti tra alcuni dei più grandi e rinomati Parchi naturali d’ Italia, nello specifico quello della Majella, il Parco nazionale del Gran Sasso Monti della Laga, e il Parco regionale Velino – Sirente. Fonti ufficiali riferiscono di circa 5000 ettari di terreno andati a fuoco in tali importanti parchi, mentre in tutto il territorio della regione sarebbero finora andati bruciati circa 10000 ettari di aree boschive, con una grande moria di specie protette di animali. A fine agosto sono stati anche segnalati imponenti roghi sul Monte Giano, nel Reatino, proprio al confine con l’Abruzzo. Largamente interessata ormai da giorni risulta l’area boschiva del Monte Morrone, la più colpita dagli incendi di questi giorni. Sempre più ingente è stato il dispiegamento di mezzi e uomini nella zona per contenere e domare i roghi. Risultavano attivi alcuni giorni fa alcune decine di unità dei Carabinieri Forestali, dei Vigili del Fuoco, e diversi soldati dell’esercito e volontari, quasi tutti muniti di pick – up con idranti per il contenimento delle fiamme. Nelle ultime ore il numero degli uomini totali impiegati è andato sempre più salendo, arrivando a circa 100 unità complessive dei vari corpi impegnate nella zona. Aumentati progressivamente anche i Canadair e i mezzi aerei e terresti impiegati per lo spegnimento.
Richiesto e ottenuto anche l’intervento di alcune unità di Canadair provenienti da fuori nazione, e precisamente dal Marocco e dalla Francia. Impiegato nelle varie operazioni anche il super elicottero S-64 Erickson, capace di effettuare 43 lanci, di 9.000 lt. di acqua di portata ciascuno. Per comprendere meglio il dramma in atto in questo territorio, e gli effetti di tale devastazione, basta leggere le parole pronunciate nelle ultime ore da Giuseppe Pomposo della RES GEA (Società che si occupa della protezione delle aree protette in tutto il territorio d’Abruzzo): “Sul Morrone, sino a questo momento, sono bruciati 2.082 ettari di bosco, con l’emissione di 404mila tonnellate di CO2: oggi servirebbero 7mila ettari di bosco, gestito in modo sostenibile, per compensare tale emissione, ma pensiamo che Città del Vaticano si estende su 44 ettari per capire di quali misure parliamo”. Un analogo allarme sulle condizioni dell’aria nella zona è stato anche lanciato dal Sindaco di Sulmona Annamaria Casini. La situazione in questo territorio sarebbe comunque in lento miglioramento.
Circa 80 finora i comuni interessati, una paura da parte dei residenti che dilaga sui social, ma poco ascoltata da molti quotidiani nazionali. Questo è ciò che vive adesso la popolazione dell’Abruzzo. La Regione Abruzzo, tramite il suo Governatore Luciano D’Alfonso, ha dichiarato nei giorni scorsi lo Stato di Emergenza Nazionale, inviando anche al Governo nello specifico un dossier con un’ analisi dettagliata di tutti i danni finora riportati nel territorio in seguito a questa grave crisi avvenuta.
A tutto ciò si aggiunge anche la protesta effettuata dall’ Associazione AS.SO.DI.PRO, che con una lettera indirizzata a tutti i Sindaci dei comuni d’Abruzzo rivendica il maggior e più efficiente ruolo svolto dal soppresso corpo forestale in emergenze come queste:
“il motivo della tragedia di questi giorni non è come si dice che quest’anno ci sono state più accensioni criminali e condizioni meteo più favorevoli (pensiamo al 2007…), ma che i forestali, professionisti nello spegnimento e conoscitori del bosco e del territorio, sono stati coattivamente militarizzati e gli è stata di fatto sottratta la competenza!Per affrontare un incendio boschivo ai forestali erano richieste competenze di selvicoltura, botanica, chimica, meteorologia. Dovevano prendere decisioni rapide, su terreni che peraltro conoscevano alla perfezione, e senza sperare negli elicotteri” e proseguendo “….il Corpo Forestale è stato umiliato e annientato. E ora ne vediamo le conseguenze: sulla lotta agli incendi boschivi siamo tornati indietro di 40 anni. E a pagare sarà il Paese intero: ora con gli incendi, che sono sempre dolosi e colposi, poi quando arriveranno le piogge, con frane e alluvioni.”
Nel frattempo l’Abruzzo continua a bruciare, ma il grido d’allarme dei suoi residenti non viene ancora del tutto ascoltato.
Graziano Dipace