Ormai è chiara la politica di Renzi (e del bamboccio “recalcitrante” Orlando) nei confronti del Partito dei Magistrati.
Già da prima del referendum del 4 dicembre avevamo dato notizia del progetto di riforma penale e procedurale, elaborata da una “Commissione Gratteri” giacente al Ministero della Giustizia, della quale avevamo denunziato la pericolosità, in particolare per la prevista-estensione delle “misure preventive antimafia” ad ipotesi di corruzione ed altri reati contro la P.A.
Il Governo Renzi tenne prudentemente coperto questo progetto fino al referendum, probabilmente conoscendone l’effetto negativo sull’opinione pubblica.
Poi le cose sono andate come sono andate. Il Ministro Orlando, che è andato a Via Arenula proprio per l’impresentabilità di Gratteri, estremista antimafia inviso persino a Napolitano, procuratosi a buon mercato la fama di “garantista”, con qualche presenza con discorsi di “umanità carceraria” agli scimuniti marcianti “per lo Stato di diritto”, e fatta la sua parte di spalla alla pagliacciata delle “primarie” del P.D., ha sfoderato il progetto Gratteri che, sostanzialmente, coincide con quello degli ultras antimafia della Congrega Palermitana, Ingroia, Di Matteo, Bongiovanni, etc. Abbiamo così il rischio imminente di una svolta giustizialista che trasformerebbe definitivamente la nostra giustizia penale in una “caccia all’indiziato”, con la fine del principio di legalità di cui all’art. 25 comma 2° della Costituzione, con la sottoposizione di ogni azienda, impresa, patrimonio al rischio sequestri e confische per “indizi di corruzione”. La fine della certezza e della stabilità del sistema economico.
Così il P.D. di Renzi, complice l’ignoranza facilona del Centrodestra ed il forcaiolismo becero ed ottuso dei Cinquestelle, cerca di accontentare la parte più sordamente “pangiustisdizionalista”, ostile ad ogni garantismo della magistratura e della sete di potere, che per tal via si scatena, del Partito dei Magistrati. Che cosa ne ricavi il P.D. è presto detto: farsi preferire da questi potentati occulti, dai Cinque Stelle e dalla Destra, crearsi qualche “garanzia” contro colpi e sputtanamenti giudiziari.
Il P.D. mette in vendita le nostre libertà. Ma, quel che è peggio, gli altri, in particolare Berlusconi con la sua mania del culto dei “moderati”, non vedono, non sentono, non capiscono. O fanno finta di non capire.
Occorre un moto di liberazione nazionale.
Liberazione da chi vuole rubarci le nostre libertà. E dagli scimuniti. Che sono non meno pericolosi.
Se, come abbiamo ipotizzato, potremo proclamare il 4 dicembre “Giornata della Liberazione” (e sempre più evidente appare la necessità di doverci “liberare”) ricordiamo che queste leggi asininamente infami erano nei disegni di Renzi quando il voto popolare lo ha sonoramente battuto.
Consentire ad un Renzi sconfitto e ridicolizzato dalla sua pretesa “che non è successo niente”, di consegnare l’Italia ad una congrega di magistrati assatanati sarebbe una follia.
Liberiamoci: da leggi sgangherate e perverse, da magistrati assatanati e fanatici, da governanti incapaci e servili, da falsi oppositori ignoranti e presuntuosi.
Se di un partito c’è bisogno esso è il PARTITO DELLA LIBERAZIONE!!
Mauro Mellini