Siamo alla terza fase della “strategia” Renziana per il referendum costituzionale.
1° Fase. (Universalmente riconosciuta come una solenne cavolata di Renzi). “Se il SI perde me ne vado a casa”. La risposta è stata un coro di “magari!!!”.
2° Fase. La questione del referendum non deve essere “personalizzata” con la spudorata affermazione che sarebbero “quelli del NO” a volere la “personalizzazione”.
3° Fase. Del Referendum parlare meno possibile, parlar d’altro, e cercare di fare in modo che ne parlino assai poco gli “altri”, quelli del NO. Complice più o meno volontario, Mattarella che parlando (in ritardo) del grave chiacchiericcio sui demenziali propositi di “spacchettamento” e sulle questioni di un preteso rinvio, ha però portato acqua al mulino del “silenzio è d’oro”.
Tutte e tre le fasi sono state accompagnate da manovre viscide, trasversali ed ambigue.
Ai leaders (ed ai manager) politici di forze che sono per il NO farà bene una certa attenzione per quanto sopra.
Mauro Mellini