Oramai è chiaro non solo il complotto antireferendario, ma anche quella che ne sarà la strategia, neanche troppo originale.
Renzi ha smentito il rinvio.
Nel gergo della mala questo si chiama “farsi tirare la calzetta”. Lascia l’iniziativa a quelli della cosiddetta “Sinistra” del suo partito Monocratico. Del resto, che da quella parte ci fosse voglia di intrallazzo sì era capito da quel capolavoro di ambigue balordaggini dell’ineffabile Bersani.
Ma intanto pseudosinistri D.S. ed ausiliari dell’area parassitaria alfaniana, partono falsi attacchi e nuove ambiguità. Si sostiene che allungando i tempi serve a meglio garantire da avventate decisioni di mutamento della Costituzione. Insomma più tempo per ragionarci sopra. Ma sappiamo bene che, con tutti i mezzi di comunicazione di massa monopolizzati dal renzismo e dai cosiddetti “poteri forti”, che meglio sarebbe definire “imprenditoria parassitaria”, più tempo significa più manipolazione dell’opinione pubblica a senso unico.
Intanto guarda chi si rivede!
La proposta dello “spacchettamento”, capolavoro dell’insipienza esibizionista ed ottusa dei cosiddetti radicali tardopannelliani, riscappa fuori, non si capisce bene da quale frazione del P.D.
“Per evitare di doversi dimettere (in caso di sconfitta del SI) il Governo POTREBBE decidere di “spacchettare” i quesiti…incassando la vittoria su un quesito e perdendo su un altro, ché potrebbe dire chi sia il vincitore e chi lo sconfitto?”.
Non si capisce bene dal testo (Il Giornale) chi sia l’autore di una simile cazzata, del resto corrispondente all’abitudine renziana di stravolgere ogni norma a proprio vantaggio.
Già quando i tardopannelliani tirarono fuori questa loro ineffabile cazzata, ne dimostrammo subito l’impossibilità giuridica: una legge ed un referendum. Se il Parlamento ha ritenuto di non fare leggi diverse non si posso fare più referendum. E, poi, chi dovrebbe stabilire le modalità dello “spacchettamento”?
Solo degli imbecilli presuntuosi ed esibizionisti possono fare una simile proposta. Oppure dei meno imbecilli ma più pericolosi golpisti.
Ma il “giocattolo” dell’ipotesi dello “spacchettamento” può essere uno strumento efficace proprio per mandare per le lunghe all’infinito il voto del referendum. Prima che qualcuno decida se e come spacchettare e prima che altri decida se chi decide ha il potere di decidere, potrebbero passare anni.
Ed, intanto si può far crescere la confusione delle idee del pubblico: guadagnare tempo e pescare nel torbido.
E, poi, prendendo del tempo, si dà spazio agli intrallazzi. Ognuna delle decisioni arbitrariamente messe in discussione sul referendum e sulla riforma costituzionale può, per quanto miserabile, divenire merce di scambio. Anche la legge elettorale, un obbrobrio espressione dello stesso delirio di onnipotenza di Renzi e del suo Partito Monocratico, non può essere mercanteggiata a scapito della Costituzione.
Ma, intanto la cosa più grave è che è stato sussurrato il nome di MATTARELLA. E MATTARELLA TACE.
Dobbiamo esigere che smentisca ogni suo coinvolgimento in questa brutta storia ed ogni sua propensione per interpetrazioni di comodo della Costituzione.
Ai Costituzionalisti che hanno rotto il silenzio per esprimersi per il NO, chiediamo di unirsi a noi per un NO anche al golpe di questo gaglioffo.
Mauro Mellini
28.06.2016