E’ con le bugie che Renzi ha aperto la campagna per il “si” al referendum.
Di vero nel suo discorso di Bergamo c’è, o, almeno, da esso trapela, solo un dato, la “riforma” costituzionale è “cosa sua”, un adattamento alle regole fondamentali della Repubblica, al suo giuoco ed al suo ruolo. Questo è il succo del suo intervento. Ma è una verità che, intanto, denunzia una sua bugia, detta solo perché giorni fa, quando, con la premessa pure bugiarda che a personalizzare il referendum fosse stato il fronte del NO, affermò che bisognava, invece, parlare e discutere della sostanza, del merito della riforma.
La verità che emerge, ripetiamo, dalle sue stesse parole, è che questa è la “sua riforma”, quella ritagliata sugli interessi del suo partito e del suo governo, sul suo ruolo in questa contingenza politica. Di qui la “personalizzazione” che, bugiardamente aveva affermato doversi evitare.
Bugiardamente, Renzi ha affermato che dal fronte del NO solo insulti. Una Bugia e anche spudorata.
E’ dal fronte del NO che sono venute le “analisi” giuridico-costituzionali, le pronunzie argomentate di giuristi, dal “documento dei 48” a quelle di Pasquino.
E gli insulti? E’ dalla “contitolare” della cosiddetta riforma, la Boschi, che è venuta l’affermazione, certamente diretta ad offendere, che “quelli del NO” sarebbero tutti “CasaPound”. (Ed ora la cavolata secondo cui i veri Partigiani sono per il “Si”).
E bugiardamente Renzi, mentre sopprime ed ignora la realtà di autorevoli analisi sulla pericolosa e pasticciata riforma (e sopprimere la verità è bugia) si rivolge a “quelli de NO” come ad una accozzaglia di congiurati contro la sua persona, il suo governo ed il “nuovo” che è “bello” perché è “nuovo”.
Potremmo continuare. Ma dobbiamo subito dire che “cominciamo male” cioè comincia male lui, il bugiardo.
La stampa, in genere ha dato notizia dell’avvenimento bergamasco sopprimendo ogni notazione critica e dandogli quel rilievo che ha negato, addirittura sopprimendone la notizia, a fatti come il “documento dei 48” e quello del Prof. Pasquino.
Funzionano, quindi, le carte che, secondo l’ultrarenziano Cerasa, direttore de “Il Foglio”, Renzi ha in mano: l’appoggio di grandi interessi economico-editoriali che dispongono della stampa italiana e l’abuso della televisione di Stato.
Di qui ad ottobre ne vedremo e ne sentiremo altre, ancor più gravi bugie, ancor più acrimoniosi insulti ai sostenitori del NO.
Una cosa è certa e facilmente prevedibile: Renzi, la maggioranza del P.D. (Minoranza, se ci sei batti un colpo!!) sostanzialmente difenderanno la riforma con un solo, fondamentale argomento: è “Cosa Nostra”, è bella perché ha il “merito di servire a noi”.
Un’ultima notazione. Il fronte del NO non avrà un leader che apra la campagna per il referendum e la “diriga”.
Ma questo è quanto impone il modo in cui ogni riforma della Costituzione va trattata.
La Costituzione è di tutti o non è una Costituzione. Altro che “promiscuità, innaturali contingenze” tra i sostenitori del NO! Solo chi consideri la Costituzione un suo personale strumento, può dire una sciocchezza simile. Sarebbe un delitto, oltre che una follia se si affermasse “io non ci sto perché ci sta quello”. Non c’è un leader del No perché c’è veramente la Nazione.
Mauro Mellini
23.05.2016