Un’incredibile dichiarazione di un… Mattiello, deputato P.D. infastidito per l’interrogazione Capezzone sul caso Varacalli:
“Il collaboratore di giustizia è uno strumento irrinunciabile per smantellare organizzazioni criminali che vivono di segretezza…è un delinquente che negozia con lo Stato un miglior trattamento… Lo Stato ha il dovere di usare questo strumento con rigore, MA GUAI A DELEGITTIMARE LO STRUMENTO: sarebbe un regalo alle mafie…”.
Dunque “utilizzare” il pentito con rigore può significare anche coprire le sue calunnie (come ha fatto la Procura di Cagliari “dimenticando” di aggiungere la calunnia all’omicidio nella contestazione dei reati commessi “sotto protezione” dall’”irrinunciabile” collaboratore di Caselli!!!). E per non delegittimare l’”irrinunciabile” assassino, sembra che il nostro Mattiello voglia bacchettare Capezzone perché non è stato zitto.
Questa storia della “delegittimazione” (regalo alle mafie) più che una baggianata è una mascalzonata con la quale si vogliono coprire le mascalzonate o le malefatte commesse in nome di una ipotetica “legalità”: le sciocchezze di certi magistrati, i delitti dei pentiti, le falsità che si scopre essi propinano disinvoltamente. Pentito che mente, o ammazza, deve “essere buono per un’altra volta”.
Questa è la tesi dell’on. Mattiello, di professione “operatore sociale”. Cioè uno che di queste cose se ne intende.
Indovinate dove “socialmente opera”?
In “LIBERA” quella tal cosa appartenente a Don Ciotti.
Dunque: Evviva gli “irrinunciabili assassini”.
“Legittimiamo” i pentiti assassini e calunniatori (e i magistrati che li coccolano)!!!
Mauro Mellini