Catania. I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Catania, insieme agli Ispettori del Lavoro civili e su impulso del Direttore Territoriale del Lavoro, nelle ultime due settimane hanno intensificato i controlli finalizzati al contrasto al caporalato in agricoltura e i risultati non sono mancati con l’emersione di ulteriori e maggiori numeri di lavoro nero. I controlli si sono svolti in tutto il territorio con particolare riguardo ai comuni di Catania, Caltagirone, Mazzarrone, Giarre e Fiumefreddo. Nel giorni scorsi erano giunte ulteriori indicazioni della verosimile presenza di manodopera impiegata illecitamente in agricoltura presso alcuni fondi. Fatto il punto di situazione coi Comandanti delle Stazioni CC dei rispettivi territori, sono stati organizzati servizi di osservazione preventiva e successivamente, avuta contezza della correttezza delle informazioni assunte, si sono programmati gli interventi. Le aree sono state rispettivamente cinturate con discrezione e, una volta bloccate le vie di fuga, i Carabinieri del NIL e delle Stazioni si sono presentati ai titolari delle aziende agricole che sono stati colti del tutto di sorpresa, inibendo così i tentativi di fuga da parte di lavoratori irregolari e in nero.
Gli operanti nel complesso hanno controllate 15 aziende prevalentemente dedite alla raccolta di uva da tavola e ortaggi e scoperto 37 lavoratori in nero su 116 presenti (55 italiani, 34 rumeni, 15 albanesi, 4 marocchini, 5 tunisini, 1 ucraina, 1 tedesco, 1 svizzero) contestando nel complesso 227.666,00€ di sanzioni amministrative. Invece dei 37 in nero: 11 erano italiani, 10 rumeni, 15 albanesi, 1 donna ucraina. A nessuna di queste veniva applicata la sospensione dell’attività imprenditoriale per la circolare 33/2009 del Ministero del Lavoro che così dispone al fine di preservare il raccolto, altrimenti soggetto a deperimento.
L’impegno dei Carabinieri della Tutela del Lavoro nel mantenere alta la vigilanza sull’applicazione della normativa giuslavoristica vede talvolta sorprese del genere. Ci si augura che le nuove normative promanate con il Job Act, possano entrare nella cultura dei datori di lavoro in tutti i settori. L’agricoltura è con le sue regole e la lontananza dal centro urbano, un settore in cui più spesso si disapplica la normativa sui contratti, ma il comparto lavoro ha posto l’attenzione proprio su questo problema.
I controlli proseguiranno nei prossimi giorni con la variazione di luoghi ed orari.
Ragusa. I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Ragusa, insieme agli Ispettori del Lavoro civili e su impulso del Direttore Territoriale del Lavoro, hanno impresso un ulteriore accelerazione nei controlli anti caporalato in agricoltura. Sono stati scoperti anche in queste ultime tre settimane nuovi casi di lavoro nero in danno di lavoratori italiani e stranieri. Il contrasto al caporalato è attualmente una priorità per i Carabinieri: ancor maggiore per i Carabinieri della Tutela Lavoro.
Gli operanti nel complesso hanno:
- controllate 39 aziende agricole e verificate 114 posizioni lavorative: di questi 58 italiani, 7 bangalesi, 20 rumeni, 16 tunisini, 13 albanesi;
- scoperti 33 lavoratori in nero di nazionalità italiana(29), rumena(2), albanese(1) e tunisina(1) in quattro diverse aziende;
- contestate sanzioni amministrative per 145.150,00€;
Nel corso delle operazioni i militari controllavano diverse aziende fra cui una nell’agro di Vittoria, in cui rilevavano la presenza di1 lavoratore rumeno ed 1 albanese “in nero” su 3 presenti, cui non veniva applicata la sospensione dell’attività imprenditoriale per non compromettere il raccolto (Circ. 33/2009 MinLavoro); un’altra nell’agro di Santa Croce Camerina, in cui emergeva la presenza di 1 lavoratore tunisino “in nero” su 2 presenti, ma anche qui nessuna sospensione; una ancora nell’agro di Scicli, in cui contestavano al titolare l’impiego di 2 lavoratori in nero, un italiano ed un albanese, su 3 presenti; una sempre nell’agro di Vittoria, in cui gli operanti contestavano all’imprenditore agricolo l’impiego di 3 lavoratori italiani “in nero” su 3 presenti: anche in questo caso non si è applicata la sospensione dell’attività imprenditoriale al fine di preservare il raccolto.
Questi gli episodi che avrebbero meritato la sospensione dell’attività imprenditoriale per la presenza di un numero superiore al 20% di lavoratori in nero rispetto alla forza lavoro presente: non veniva attuata al fine di evitare il possibile deperimento delle colture (Circ. 33/2009 del Ministero del Lavoro).
Anche nei prossimi giorni continueranno in controlli sempre più serrati al fine di stanare e colpire il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento del lavoro nero: caporali e imprenditori senza scrupoli possono essere certi che la loro individuazione non è sicura, ma potrebbe essere solo questione di tempo perché i Carabinieri presidiano il territorio.
Caltanissetta. I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, del Comando Provinciale di Caltanissetta e del Nucleo Operativo del Gruppo Tutela del lavoro di Palermo, su impulso del locale Direttore Territoriale del Lavoro, hanno proseguito nelle ultime due settimane nei controlli in agricoltura finalizzandoli al contrasto al caporalato e all’emersione del lavoro nero. Sono state battute le campagne nissene in sinergia con le rispettive Stazioni Carabinieri e i risultati non si sono fatti attendere. Gli operanti infatti nel complesso hanno:
- controllate 10 ditte e verificate 41 posizioni lavorative;
- scoperto 15 lavoratori in nero in diverse aziende, di cui 2 sottoposte alla sospensione dell’attività imprenditoriale , quindi al pagamento di 1950€ e alla maxi sanzione di 4000€ per singolo lavoratore;
- contestate sanzioni amministrative per 70.545,00€;
Nel corso delle operazioni, fra i controlli, emergevano:
- un’azienda agricola impegnata nella raccolta di pesche, nell’agro di Sommatino, in cui veniva sorpreso all’interno del fondouna micro azienda catanese di trasporto frutta, al cui titolare veniva contestato l’impiego di 1 lavoratore “in nero”su 1 presente nonché le mancate comunicazioni alla Pubblica Amministrazione, la mancata consegna della lettera di assunzione, la mancata registrazione dei documenti obbligatori e il conseguente deferimento in via amministrativa agli enti competenti;
- un’azienda di commercio di ortaggi, in Caltanissetta,cui veniva contestata la presenza di 1 lavoratore “in nero” su 2 presenti: nel caso specifico veniva adottata la sospensione dell’attività imprenditoriale e venivano contestate la mancata consegna della lettera di assunzione, nonché la mancanza delle comunicazioni UNILAV;
ma il pezzo forte arrivava ieri, infatti:
- in un’azienda agricola nell’agro di Delia, impegnata anche questa nella raccolta delle pesche dato il periodo, i militari entravano dopo una discreta quanto efficiente cinturazione dei luoghi. Una volta dichiaratisi riscontravano la presenza di 11 lavoratori di cui, controllati i documenti, 10 erano lavoratori “in nero” e di questi 9 erano di nazionalità rumena. A quel punto scattava subito la sospensione dell’attività imprenditoriale: nel caso specifico siccome le pesche erano già raccolte, incassettate e pronte per la conservazione in frigo, non ricorrendo la possibile deperibilità del prodotto si procedeva alla sospensione. Occorre precisare che l’azienda in queste ore stà già provvedendo all’oblazione delle sanzioni ammnistrative contestate(48.000€), nonché all’assunzione degli operai scoperti in nero.
Gli altri 3 lavoratori “in nero” venivano riscontrati isolatamente in altre aziende agricole del territorio nisseno S. Cataldo e Caltanissetta.
Contratti in regola, assenza di pericoli nei luoghi di lavoro, dignità del lavoratore rispettata: questi gli obiettivi che i Carabinieri perseguono, nella certezza che la divulgazione delle notizie di questi controlli serva da monito a coloro che ancora non hanno scelto la via della regolarizzazione del lavoro e che ancora non rispettano la manodopera che utilizzano.
L’Arma è a disposizione del cittadino e del lavoratore. I controlli proseguiranno senza sosta con la massima variazione degli orari e delle giornate degli interventi.
Trapani. I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Trapani, insieme agli Ispettori del Lavoro civili e su impulso del Direttore Territoriale del Lavoro, nell’ultima decade hanno intensificato i controlli finalizzati all’individuazione di caporali in agricoltura e all’emersione del lavoro nero ivi impiegato. I militari hanno in corso gli approfondimenti investigativi del caso, ma nel frattempo sono state scoperte diverse posizioni in nero. I controlli si sono svolti in tutto il territorio con particolare riguardo ai territori di Calatafimi, Petrosino e Mazara del Vallo. Sono stati attivati, per la loro fondamentale funzione, i Comandanti delle Stazioni Carabinieri che davano conferma della verosimile presenza di manodopera straniera impiegata illecitamente in agricoltura presso alcuni fondi. Delineato il piano di azione e fatte precedere alcune osservazioni preventive, si sono decisi gli interventi curando di bloccare le possibili vie di fuga.
Anche in questa occasione i risultati non si sono fatti attendere e così gli operanti hanno nel complesso controllate 5 aziende e verificate 19 posizioni lavorative. Scoperto 10 lavoratori in nero sui 19 presenti e contestate sanzioni amministrative per complessivi 46.505,00€.
Nel particolare in una prima azienda agricola, nell’agro di Calatafimi, venivano controllati a raccogliere pomodori 8 lavoratori, di cui al controllo 3 erano “in nero”, tutti italiani. In una seconda azienda agricola, nell’agro di Petrosino, venivano scoperti 3 lavoratori “in nero” su 3 presenti in tenti nella raccolta di pomodori, di cui 1 marocchino, 1 tunisino e 1 italiano. In una terza azienda agricola, a Mazara del Vallo, si riscontrava la presenza di 2 lavoratori “in nero” su 2 presenti intenti nella raccolta di broccoli: 1 del Burkina Faso e 1 tunisino. In una quarta azienda agricola, ancora a Mazara del Vallo, in cui venivano sorpresi 2 lavoratori “in nero” su 2 presenti: 1 rumeno e 1 tunisino.
A nessuna di queste aziende agricole veniva applicata la sospensione dell’attività imprenditoriale per la circolare 33/2009 del Ministero del Lavoro che così dispone al fine di preservare il raccolto, altrimenti soggetto a deperimento: sono state applicate quindi solo le sanzioni amministrative conseguenti.
Anche in quest’occasione abbiamo avuto il 100% del lavoro nero emerso in tre casi particolari.
Il sospetto è che spesso la presenza dei caporali, laddove si scoprano, sia alimentata dalla mancanza di scrupoli di alcuni imprenditori interessati unicamente ad evadere le dovute contribuzioni del lavoratore e a pagare meno lo stesso.
I controlli proseguiranno intensi nei prossimi giorni con la variazione di luoghi ed orari.