Il caso dell’autorizzazione all’arresto del Senatore Azzollini del N.C.D., negato dal Senato, non rappresenta, come il risultato del voto potrebbe far ritenere, un segnale di ravvedimento rispetto alla tendenza becera e forcaiola, del “tutti in galera” e dell’ostilità preconcetta ed ottusa rispetto ad una antica e saggia norma di salvaguardia della autonomia del Parlamento.
Anzitutto appare chiaro che il motivo vero per cui il P.D. si è pronunziato per il no all’arresto non è stato quello di una svolta rispetto all’andazzo forcaiolo e sostanzialmente antiparlamentare, ma la “necessità” di non perdere pezzi della maggioranza di Governo, anche se rappresentati da una parodia di partitino quale il N.C.D. alfaniano, “compensandolo” con quel “favore”.
Si è votato esclusivamente in funzione di logiche di parte, che sono, poi, quelle dalle quali la norma sulle immunità dei Parlamentari dovrebbe rappresentare un mezzo di difesa.
Sono state dette nel dibattito in Aula sciocchezze memorabili. Si è denunziata una violazione della “parità di trattamento”, come se, data o negata l’autorizzazione in un caso, dovesse darsi o negarsi per tutti gli altri. Non si può dire “più scemi di così si muore”.
Perché si è arrivati a dire che, si “disobbediva alla decisione della Magistratura”. Ancora una volta i Grillini Cinquestelle hanno saputo conservare il loro primato di sgangherata ottusità.
Purtroppo quelli che sanno fare male anche le cose buone sembra siano sempre in maggioranza.
Mauro Mellini – www.giustiziagiusta.info