Per scongiurare il fantasma della sua parabola discendente, Renzi prova a fare il Berluschino e promette di abolire l’IMU. Come? Semplice: con i “corrispondenti” “tagli” alla Sanità.
Che la Sanità rappresenti, oltre che un settore del welfare in cui in Italia siamo più avanti di molti Paesi ricchi come noi non siamo, una delle più sfacciate forme di spreco e di malaffare, non vi è dubbio. Che i “tagli” per decreto finiscano col colpire il meglio, cioè la almeno teorica completezza della “copertura sanitaria” della nostra gente invece del magna-magna dei Tutino e dei Tutoni di Palermo e di ogni altra parte d’Italia, gli sprechi, con gli spesso corrispondenti disservizi, etc. etc. è però più che probabile. E’ certo.
Anni di utilizzazione del Servizio Sanitario a fini clientelari hanno creato incrostazioni di malaffare che, oltre che incidere sulla qualità delle prestazioni (si pensi alle nomine “parentali” di primari, alle liste d’attesa, alle prestazioni inutili, agli edifici ed alle attrezzature inutilizzati) che pesano sul costo complessivo in forme che nessuna “trovata”, nessun decreto legge, anche se concepito da altri che da chiacchieroni specialisti nella caccia al “gradimento” potrebbe ragionevolmente pensare di eliminare.
C’è un aspetto, poi, sul quale altre volte mi sono soffermato. Un aspetto che ogni medico ospedaliero di buon senso e di buona fede è pronto a confidenzialmente confermare e che nessuno, o quasi, osa denunciare ad alta voce.
E’ l’avvento di una nuova “disciplina”: la “medicina difensiva”. Difesa dalle infezioni, dai rischi di virus e di incidenti? No. Difesa dei medici dai P.M., specialmente quelli più ignoranti e presuntuosi.
Quando muore qualcuno che i parenti, i giornalisti, gli amici stabiliscono “che non doveva morire” (cosa facilissima ad affermare e frutto di sentimenti anche ovvii e rispettabili) c’è quasi sempre un P.M. che è pronto ad intervenire e ad “investigare” sulla mancata somministrazione di un farmaco, sul mancato esame strumentale, nel caso, del quale abbia sentito parlare alla televisione o da un’amica della zia della moglie.
E, sulla base della “omissione” di quella prestazione, magari fantasiosa, ma che “eventualmente” avrebbe potuto salvare quel paziente, pronto ad “aprire un fascicolo” e ad iscrivere un po’ di medici nel registro degli indagati. Con quel che segue.
Pare che i medici italiani siano quelli che in tutto il mondo prescrivono con più abbondanza e disinvoltura analisi, accertamenti ed indagini strumentali. Confessando, con gli amici, che si tratta di “medicina difensiva”.
Non dimentichiamo che siamo il Paese in cui degli scienziati sono stati condannati, anche se poi assolti, con le solite proteste per la “mancanza di un colpevole”, per non aver previsto il terremoto dell’Aquila, facendo ridere ed indignare tutta la scienza mondiale.
Il risultato è che la “sicurezza” per i pazienti italiani è, anziché “eccessiva”, è inferiore a quella normale in altri Paesi a causa dell’intasamento che gli “accertamenti” inutili (ma “difensivi”) creano nelle sedi in cui possono essere effettuati, con “code” e tempi di attesa che fanno venir meno l’utilità anche di quelli effettivamente necessari.
I tagli? Colpiranno a casaccio attività, sedi e prestazioni necessarie e non miglioreranno il coordinamento, appunto perché si tratta di tagli e non di misure ben congegnate e meditate. I lestofanti della sanità avranno un incentivo ulteriore alla “necessità” dei loro maneggi e dei loro interventi.
E Renzi, quando tutto ciò avverrà, sarà troppo impegnato a chiacchierare di una nuova “riforma” per aver tempo di occuparsi dei disastri di questa e di altre. La sua abilità è nel far dimenticare le bugie che dice. E’ bravissimo.
Mauro Mellini – www.giustiziagiusta.info