“Subito dopo la metà degli anni Ottanta, con alcuni amici del Sindacato di Polizia denunciammo come le mafie tradizionali (mafia siciliana, camorra e ‘ndrangheta) avessero avviato una serie di investimenti e fossero presenti con loro rappresentanti, non di secondo piano, in ampi territori del Sud Pontino, in particolare nelle città di Minturno, Formia, Fondi, Terracina e Sabaudia e che erano già presenti ed attivi personaggi direttamente riconducibili a questi gruppi criminali nei comuni di Latina ed Aprilia. Cosi si legge in un comunicato stampa a firma del presidente nazionale dell’associazione I Cittadini Contro le Mafie e la Corruzione, Antonio Turri, che prosegue nello stesso affermando: non si trattava di intuizioni ma semplicemente di portare a conoscenza dei nostri concittadini quanto era contenuto nei fascicoli degli archivi delle Forze di Polizia presenti nella provincia di Latina. Fummo accusati di protagonismo e di allarmismo ed alcuni di noi ebbero non pochi problemi con i vertici di allora dell’Amministrazione della Polizia di Stato e non solo con questi. Tentammo allora di dimostrare, anche dal punto di vista professionale, che la corruzione di settori della politica e della pubblica amministrazione era un “cancro” che riguardava non poco i territori della Regione Lazio, in particolare a sud della Capitale e che questa permetteva alle mafie di contaminare aree fino ad allora rimaste più o meno immuni da tali invasive presenze. Anche in quel caso, dopo i primi consensi, ci fu un’alzata di scudi ed alle accuse di giustizialismo seguirono tentativi di delegittimazione. Oggi come si sa bene “i buoi sono scappati fuori dalle stalle” e le mafie hanno in alcuni casi contaminato settori della criminalità autoctona laziale ed ambienti della classe dirigente al punto tale che si richiede da più parti l’istituzione di una sede distaccata della Direzione Investigativa Antimafia con competenze specifiche su quei territori. “Oggi – continua Turri – ci vediamo ancora una volta costretti a denunciare e a lanciare un allarme su quanto sta avvenendo in quell’area geografica del territorio Pontino chiamata Monti Lepini. Questo territorio della provincia di Latina è particolarmente appetibile per i clan malavitosi d’importazione e locali che, dopo la contaminazione criminale delle aree prima citate, tentano di realizzare e trarre profitto con i loro “sporchi” affari in settori ancora parzialmente immuni come quello dell’agricoltura e del controllo del lavoro dei migranti oltre che nelle tradizionali attività criminali quali l’usura e il traffico degli stupefacenti. Giova ricordare che la crisi economica dei settori citati ed il patrimonio costituito da aziende e imprese dell’area dei Lepini è un piatto appetibile per le “avanguardie” della criminalità organizzata anche di tipo mafioso. E’ opportuno segnalare ed attivarsi per conoscere ruoli, azioni e precedenti di personaggi provenienti in particolare dalle regioni del sud d’Italia interessati al mondo degli affari e alla politica in queste aree. Come dire- conclude Turri – prevenire e meglio che curare e la storia criminale del territorio riteniamo ci dia ragione!”
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