Se esiste un simbolo che sintetizza questa crisi economica che dura ormai da 8 anni, il popolo greco ne è l’espressione più chiara e significativa. Un popolo colpito come tutti i paesi del sud dell’Europa prima dai guasti immensi prodotti dal liberismo, poi dalla speculazione finanziaria, poi dall’attacco concentrico del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Centrale Europea e dall’Unione Europea, la cosiddetta Troika che rappresenta senza più veli e infingimenti il vero volto del capitalismo moderno. Quel capitalismo che per sopravvivere e mantenere inalterati i margini di guadagno del cosiddetto Mercato (cioè chi rappresenta l’1% o molto meno della popolazione mondiale), divora risorse, diritti, salari, pensioni, salute, ambiente e infine anche gli Stati e la loro indipendenza. Non sappiamo come si evolverà la vicenda greca che in queste ultime ore sta vivendo una fase tragica e al tempo stesso esaltante. Tragica perché comunque vada il popolo sarà chiamato nell’immediato ad ulteriori sacrifici e tanta parte si ridurrà in povertà. Le offerte del Governo Tsipras alla Troika erano arrivate fino a 8 miliardi di Euro di tagli da effettuare su pensioni e sistema fiscale che probabilmente rimarranno tali anche dopo il Referendum. In qualche modo il governo Greco si è scaricato di una responsabilità che è propria e la ha riversata sui cittadini che dovranno ora decidere loro, dando così una occasione alla destra di utilizzare la paura sparsa a piene mani in questi mesi e in questi giorni sul fallimento e l’uscita dall’Euro per chiedere di votare SI, opzione che realisticamente non è possibile dare già per sconfitta.
Esaltante perché se vincerà il NO al referendum promosso dal Governo Tsipras, la Grecia diventerebbe un simbolo, una bandiera per tutti quei popoli che stanno vivendo sulla propria pelle e con forte preoccupazione le imposizioni di una Unione Europea che, ormai è finalmente chiaro a tutti, rappresenta gli interessi del grande capitale e della finanza internazionale. E ciò anche se nel breve termine si dovrà far fronte a rischi enormi per la democrazia messa in discussione dalla destra greca ed europea e a condizioni economiche pesanti quanto quelle che si vivrebbero nel caso si decidesse di accettare il ricatto della Troika. E se vincerà il NO al Referendum sarò ancor più convintamente al fianco del popolo greco, un popolo che ha insegnato all’intera Europa che cosa è la civiltà e che saprà uscire da una crisi senza precedenti. Bisogna fare di tutto per sostenere chi sta recuperando la propria sovranità nazionale, chi si batte contro il liberismo, contro questa Unione Europea, contro chi ci vuole schiavi. Mi sovviene una minima di Alessandro Morandotti aforista italiano: “una libertà imposta è peggio della schiavitù”.
Aldo Mucci