di *Gaetano Pascale
Proprio stamattina mi sono posto alcune domande e queste stesse domanda le voglio porre a tutti coloro che avranno voglia alla stessa stregua di porsele:
– la mafia sul litorale romano e’ stata sconfitta oppure no?
– una buona parte di personaggi tra i quali i fratelli Vito e Vincenzo Triassi, indicati in una miriade di informative di reato, da rivelazioni di collaboratori di giustizia e più volte arrestati per reati di mafia, sono mafiosi oppure no?
– tutti coloro che hanno sempre avuto e continuano ad avere ruoli determinanti e ben delineati nello scenario politico imprenditoriale del mare di Roma, le cui responsabilità sono state ben enucleate in atti della Procura, sono responsabili dei fatti a loro ascritti oppure no?
Ho provato a darmi delle risposte sintetiche ricavandole anche da una analisi dei dati disponibili, dalle conoscenze personali ed anche da intimi convincimenti che aime’ spesso sono contrapposti a logiche di potere e di partito:
– la mafia sul litorale romano non può’ essere stata debellata. Il pericolo incombe quanto meno nella direzione nella quale ancora oggi si continua a non voler guardare. Se qualcuno vuol farmi credere che la mafia sul litorale romano e’ costituita da gente come Romoletto e Roberto Spada e che le loro minacce debbano giustificare allarmi sociali, concessioni di scorte e tutele personali e quant’altro, allora mi convinco sempre più che la mafia, quella vera, quella fatta di uomini potenti legati a doppio filo al mondo politico locale e non solo, non esiste solo negli occhi di chi non vuol vederla.
– i fratelli Triassi ad esempio, così come i loro sodali, ora che sono stati riconosciuti estranei ai fatti per i quali ripeto erano stati arrestati e detenuti al regime del 41bis, da onesti cittadini potranno finalmente ricostruirsi una realtà solida ma soprattutto onesta. Lavorando dignitosamente nei campi o nei cantieri rinunciando ad ogni forma di illegalità. Devo pero’ rifarmi una domanda: ma se questi signori erano innocenti al punto tale da risultare estranei ai fatti, sulla base di cosa e’ stata esercitata l’azione penale nei loro confronti? Per quali motivazioni e su quali prove sono stati arrestati ed associati al carcere al regime del 41 bis?
– le rivelazioni dei collaboratori di giustizia, i riscontri e gli approfondimenti della polizia giudiziaria, il fior fior di quattrini che tutto ciò’ ha comportato sulla spesa pubblica e quant’altro e’ servito per mettere su questo spettacolo, non hanno però neanche scalfito, almeno sin’ora, quel segmento importante costituito dal mondo politico imprenditoriale, da tutti quei potenti che hanno armato la mano di questi bulli di periferia e che hanno permesso a gente come i Fasciani, i Triassi, gli Spada, i Senese ecc. di ingrassarsi come maiali. Eppure i loro nomi sono stati fatti. Le loro responsabilità, leggendo le rivelazioni dei pentiti, le trascrizioni delle intercettazioni, appaiono ben delineate. Ma evidentemente questa documentazione ha un peso specifico solo per chi e’ stato sempre deliberatamente dichiarato delinquente. I colletti bianchi non si toccano specialmente quelli che sul litorale hanno investito fortune e che con tanta spavalderia si sono sempre dichiarati onesti imprenditori.
Classico esempio di un potere in grado di manifestarsi forte con i deboli e debole con i forti.
Aspetto ancora che qualcuno tra gli incaricati esperti osservatori e studiosi dei fenomeni criminali mi fornisca un quadro chiaro, attuale e attendibile della realtà. Mi dichiaro come sempre disponibile a confronti, scambi di idee, tavole rotonde, quadrate e pure triangolari che mi aiutino a convincermi che mi sono sbagliato.
*Referente Regione Lazio “I Cittadini Contro le Mafie e la Corruzione”