Cosa aspetta il Consiglio di sicurezza dell’ONU a dichiarare l’emergenza umanitaria in Yemen quando la stessa ONU, assieme alle ONG che operano in loco sono estremamente preoccupate per il numero di vittime civili? Solo nelle ultime due settimane si sono contati 519 morti e 1700 feriti.
La crisi è aggravata dai raid della coalizione araba ed il progetto di risoluzione della Russia che chiede una pausa umanitaria non ha avuto il risultato auspicato. Peraltro, lo Yemen vive di importazioni, soprattutto nel settore alimentare, ma le importazioni sono bloccate dall’intervento militare.
La popolazione è allo sbando a causa delle violenze ed i suoi spostamenti sono dettati dalla paura. In questa situazione i bambini, gli anziani, le persone più vulnerabili sono le prime vittime.
L’Associazione umanitaria francese “Action contre la faim” continua a chiedere con insistenza il riconoscimento della crisi alla comunità internazionale per poter assistere la popolazione rimasta senza cibo e senz’acqua. Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha chiesto una tregua umanitaria di 24 ore per fornire assistenza medica e sanitaria alla popolazione.
La situazione in Yemen è estremamente complessa. E’ in corso una vera e propria guerra civile tra sunniti e sciiti nemici da secoli. Gli sciiti dell’organizzazione rivoluzionaria Houtis, appoggiata dall’Iran, stanno resistendo ed anche avanzando con la presa della città di Aden. La coalizione formata da nove paesi arabi riuniti attorno all’Arabia Saudita che vuole fermare l’avanzata di questi ultimi, non è riuscita nel suo intento e continua a bombardare. Gli sciiti avevano già preso la capitale Saana nel settembre scorso e poi Taizz, la più grande città del paese.
Proprio Saana sta subendo violenti bombardamenti. Saana, ossia la città yemenita che ha fatto le prime pagine dei giornali il 20 marzo per gli attacchi terroristici a due moschee sciite che hanno fatto oltre 142 morti e centinaia di feriti. Attentati rivendicati dall’ISIS già presente nel paese.
Nella guerra civile yemenita non mancano infatti i gruppi terroristici. In febbraio, gruppi di AQPA – ossia al-Qaeda nella penisola araba – si erano uniti all’ISIS mentre gli Houtis guadagnavano terreno in Yemen. Ma se al-Qaeda ed i nuovi jihadisti non concordano soprattutto sulla visione del mondo sciita, l’ISIS considera quest’ultimo come un nemico prioritario. Intanto AQPA mette in primo piano gli attacchi contro il mondo occidentale ed i governi arabi che lo sostengono. Come se non bastasse, negli ultimi giorni AQPA conosce dissensi interni in merito ai violenti scontri tra militanti dell’ISIS e militanti di al-Qaeda in Siria.
Difficile, se non impossibile, riassumere la situazione creatasi in Yemen. Le discordie fra fazioni mostrano l’attuale frammentazione dello Yemen la cui popolazione è vittima delle decisioni arbitrarie di clan e di gruppi armati ed alla settarizzazione dei conflitti con sciiti contro sunniti.
Luisa Pace