Ma dove sono andati a finire i lavoratori precari? Forse bisognerebbe chiederelo a Federica Sciarelli, conduttrice e giornalista della trasmissione televisiva Chi l’ha visto. Oggi finalmente non esistono più, sono solo un brutto sogno un “nero”arcobaleno, sparito nel nulla. E’ una giornata storica, un giorno atteso da molti anni da un’intera generazione che ha visto la politica fare la guerra ai precari ma non al precariato. Chi parla male del Job act (varato fresco fresco) non ha capito nulla. Vuoi mettere il demansionamento? dove Giovanni impiegato laborioso e umile, addetto all’ufficio amministrativo dell’azienda “Pincopallino spa”, potrà tranquillamente accompagnare la mattina la consorte del direttore generale a fare la spesa ed il pomeriggio accompagnare in palestra i loro pargoli. Non venitemi a parlare di mobbing, è solo “disponibilità”. La cosa “importante”dal punto di vista contrattuale e che Giovanni se deciderà di licenziarsi, non potrà ricorrere al reintegro, ma dovrà accontentarsi di un risarcimento economico. Vuoi poi mettere i lavoratori a partita iva? Ma dove mai si è visto un governo che dà la possibilità a lavoratori ex precari di diventare imprenditori. Un salto di qualità importante. Vuoi poi mettere i licenziamenti collettivi? Altro licenziare un dipendente, il quale si sentirebbe naturalmente “depresso”, altro licenziare un gruppo di lavoratori. Vuoi mettere la socializzazione? Poi ci sono gli “intermittenti” (lavoro sì lavoro no), una tipologia di lavoratori fortunatissimi, per i quali si prevede una indennità di disoccupazione pari a 7/11cesimi della quarta parte dello stipendio dell’ultimo giorno lavorativo. Meglio di così. Dulcis in fundo: I lavoratori a progetto. Questi lavoratori rispetto a tutti gli altri, sono i più privilegiati in quanto il lavoro è finalizzato all’esecuzione di un progetto, di un programma, e di progetti il governo ne ha tanti. E poi vuoi mettere la novità? Compiuti i 70 anni, questi lavoratori, avranno diritto ad una pensione “dignitosa”, naturalmente in base al loro impegno. E poi, come dice il governo: “Nessuno sarà più lasciato solo. Ci saranno più tutele per chi perde il posto e parole come mutuo, ferie, diritti e buonuscita entrano nel vocabolario di una generazione che ne era stata è esclusa. Restituiamo ai pollai i cococo, cocopro, coco vari”, i contratti di collaborazione a partire dall’1 gennaio 2016 andranno in soffitta per essere sostituiti dal nuovo contratto a tutele crescenti”. Dunque per i lavoratori si intravede una grande occasione di riscatto. E poi vuoi mettere tutte quelle belle e possenti termini in inglese che colorano il grande “lavoro” del governo: Jobs act, Benchmark, etc. Ma vuoi vedere che alla fine qualche “cuttigghiaru” pensa che questi lavoratori sono stati “horned and clubs”(Curnuti e mazziati) come direbbero gli inglesi? Diceva Will Rogers, comico, scrittore e giornalista statunitense : “Non è difficile essere umorista quando tutto il governo lavora per voi”
Aldo Mucci