La domanda dovremmo farcela per ogni singolo stato europeo ma prendiamo spunto dalla Danimarca dove i funerali di Omar Abdel Hamid El-Hussein, il presunto terrorista ucciso dalle forze di polizia danesi dopo gli attacchi terroristici a Copenhagen, lasciano spazio a dubbi che aprono a scenari inquietanti.
Subito dopo l’intervento della polizia danese che ha ucciso il 22enne, già conosciuto alle forze dell’ordine per la sua appartenenza ad una gang e per una serie di atti criminali, inclusi gravi atti di violenza, avevano fatto discutere le proteste diffusesi sui social per i fiori lasciati sul luogo dove il giovane era morto e per la scelta, assai discutibile, di un gruppo di musulmani che tolti i fiori aveva messo al loro posto un cartello con la scritta “Riposa in pace. Possa Allah essere misericordioso con te”.
Un gesto di pietà nei confronti del sospetto terrorista, che gli autori del gesto avrebbero fatto meglio a dedicare alle vittime di un uomo la cui violenza era comunque nota già da prima degli attentati. Poteva trattarsi solo di un errore, di un eccessivo gesto di pietà, se il gruppo che aveva messo il cartello all’arrivo della polizia non si fosse allontanato gridando “Allah è grande”.
Proprio quel grido dovrebbe indurci a riflettere. Quanti sono gli estremisti islamici in Danimarca? Non ci vuole molto a capire che i radicalizzati sono più di quanto non s’immagini, considerato che ai funerali di Omar Abdel Hamid El-Hussein hanno preso parte più di 500 persone che hanno voluto dare l’ultimo saluto a quello che per molti di loro è stato un eroe. Un eroe che ha ucciso e ferito persone innocenti che non gli avevano fatto nulla. Un funerale che le autorità danesi avrebbero potuto imporre si tenesse in forma privata, così come è avvenuto per altri terroristi in altre nazioni, evitando di trasformare un fanatico assassino in un esempio da seguire…
gjm