di Ettore Zanca
Ma che ne sanno gli altri delle notti insonni a causa delle crisi di A., notti in cui cerchi di rassicurarla e trattenerla per evitare che si faccia male da sola, standole vicino quel tanto che a lei non disturbi.
… che ne sanno che poi alle 6,00 devi alzarti per andare al lavoro.
Che ne sanno gli altri di quando hai paura del futuro perchè non sai chi si prenderà cura di lei dopo di te.
Che ne sanno gli altri di quando hai paura ad attraversare la strada con lei perchè la sua imprevedibilità è disarmante.
Che ne sanno gli altri che per dedicarti un’uscita, un’attività sportiva, un momento piacevole devi necessariamente rivolgerti a qualcuno che possa assistere tua figlia dietro compenso.
Che ne sanno gli altri che per fare le lunghe al lavoro o d’estate quando la scuola finisce devi pagare qualcuno che stia con lei.
Che ne sanno gli altri che A. ha bisogno di assistenza H 24.
Che ne sanno gli altri di quando fai una passeggiata con lei ed improvvisamente odora qualcuno che le passa vicino e tu sei costretta a scusarti perchè costui o costei guarda te e lei come alieni.
Che ne sanno gli altri che ogni anno quando inizia la scuola devi raccomandarti al Signore perchè riconfermino le stesse insegnanti ed operatori.
Che ne sanno gli altri che completato il percorso scolastico per un ragazzo autistico c’è il nulla.
Che ne sanno gli altri che lo Stato non ti garantisce assistenza domiciliare e tua figlia sarà in lista d’attesa per anni ed anni.
Che ne sanno gli altri di tutte le terapie che deve fare A.
Che ne sanno gli altri che le terapie sono completamente a pagamento e con l’accompagno ci copri solo una parte.
Che ne sanno gli altri di tutte le volte che sei tappato in casa perchè A. è nervosa quindi eviti di alterare ogni suo equilibrio.
Che ne sanno gli altri che devi stare attenta a dosare il tuo tono di voce perchè se alzi il volume lei si innervosisce.
Che ne sanno gli altri di quel sorriso che cerchi di mantenere ad ogni costo perchè è a quel sorriso che ti aggrappi prepotentemente.
… E poi… che ne sanno gli altri che tu oltre ad essere una mamma sei anche una donna , una femmina che non vuole perdere la dignità di essere tale e vorrebbe continuare a piacersi e a piacere per rendersi ancora gradevole ai suoi stessi occhi, agli occhi degli altri e a quelli dei suoi figli.
Ecco … adesso forse gli altri qualcosa sanno ma ciò non cambierà nè loro nè me.
E ognuno ha il suo.
Emanuela Paoletti