A lanciare ufficialmente l’allarme, quantomeno per i giornalisti americani, è stato nei giorni scorsi il Federal Bureau of Investigation (FBI), che ha avvisato le agenzie stampa che hanno corrispondenti in Siria e Iraq, invitando all’adozione di misure di sicurezza resesi necessarie dopo aver ottenuto informazioni certe in merito alle intenzioni dell’ISIS di colpire giornalisti e “personaggi mediatici” per rappresaglia contro gli Stati Uniti.
Il bollettino diramato al FBI e da altre agenzie di intelligence invita i giornalisti alla massima prudenza visto che da “informazioni credibili” risulta che membri dello Stato Islamico si propongono di rapire giornalisti in Iraq e Siria e che a questo scopo potrebbero mascherare la loro appartenenza all’organizzazione terroristica per potersi meglio avvicinare ai loro obiettivi.
L’allarme non riguarda soltanto i giornalisti presenti sui territori in guerra ma anche quelli in patria, visto che un messaggio rivolto a 2,6 milioni di musulmani negli Stati Uniti identifica nei giornalisti il bersaglio da colpire in risposta alle politiche del presidente Obama.
Secondo l’autore del messaggio, ritenuto con ruoli di comando ai vertici dell’organizzazione, anchorman, giornalisti e personaggi del mondo dello spettacolo hanno dimostrato di essere di parte e questo fa di loro “obiettivi prioritari per l’esecuzione”.
L’allarme più in generale è esteso ai giornalisti di quei paesi che fanno parte della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti contro lo Stato Islamico e che da settimane vengono accusati di essere a servizio delle intelligence occidentali alle quali passerebbero informazioni.
Foto e screenshot dei profili di giornalisti sospettati di essere a servizio di intelligence occidentali, sono stati pubblicati dai jihadisti più volte sui social network, con l’esortazione a volerli uccidere ovunque fosse possibile trovarli.
gjm