di Andrea Granata
A Palermo un gruppo di magistrati, supportati ed acclamanti da tifoserie di invasati, processa Generali dei Carabinieri e Ministri per “tentativo di subire il ricatto della mafia”, tentativo che, poi, si sarebbe concretizzato scandagliando gli intendimenti dei ricattatori, che avevano messo in atto un programma stragista.
Non so se a Roma o a Nuova Delhi, il Governo italiano sta trattando, ne danno notizia blog solitamente bene informati, con il Governo Indiano ed il suo nuovo Presidente Modi, il quale avrebbe delegato l’ex capo dei Servizi Segreti Rajiv Doval, lo scambio dei due Marò, Latorre e Girone con diciotto indiani fermati in flagranza di reato a bordo di una nave carica di quaranta tonnellate di stupefacenti in navigazione nelle acque territoriali italiane.
Così rapidamente il Governo Renzi si accinge a rottamare tutta l’opera fin qui spesa dalla Diplomazia italiana per riaffermare la giurisdizione italiana nel caso della “Enrica Lexie” e dell’incidente del 15 febbraio 2012, ma anche le ultime dichiarazioni del Ministro Mogherini circa l’imminente (ma quante volte annunziata!!!) internazionalizzazione del caso, con ricorso all’arbitrato obbligatorio.
La pretesa “trattativa” con la mafia avrebbe dovuto comportare un intervento legislativo (quindi legittimo) di attenuazione del regime carcerario dell’art. 41 bis (considerato inumano anche dal Papa!!!). La trattativa con l’India dovrebbe comportare una specie di “procurata evasione” dei diciotto gentiluomini trafficanti di droga.
Per essere coerente con sé stessa la Procura di Palermo dovrebbe aprire un fascicolo a carico di ignoti (tuttavia ben noti) per questa nuova “trattativa” assai più credibile come reato a carico di chi la sta conducendo, senza aspettare che sia conclusa e che i diciotto trafficanti siano spediti in India, rimettendo poi per competenza il procedimento alla Procura di Roma. Il tutto, sarebbe augurabile, evitando di prendersela, poi, magari, con i Marò scambiati con i trafficanti, accusandoli di “usufruita trattativa” (di questi tempi anche questo è possibile).
A parte le non troppo ipotetiche e comiche baggianate giuridiche cui il caso potrebbe dar luogo, è certo che si tratta di una soluzione vergognosa di un caso che ha avuto ed ha episodi tutti più o meno vergognosi ed è stato improntato dall’inizio alla fine da inimmaginabili inettitudini ed ipocrisie scandalose.
Gaffes, inettitudini, ipocrisia, contrasti manifesti ed occulti tra i vari Ministeri, intrecci con storie di affarismo e di tangenti, e chiacchiere, tante chiacchiere ed una falsa retorica con la quale è stata ammantato il peggiore dei tradimenti ai due nostri Fanti di Marina.
La stampa ha fatto la sua parte tacendo, glissando, smorzando i toni, generosamente ignorando responsabilità e porcherie.
Ora pare si sia alla dirittura d’arrivo, con il vergognoso scambio che “rottama” ragioni di diritto e lavoro diplomatico.
Aperta parentesi: a proporre per primo lo scambio di prigionieri pare che sia un deputato “Cinque Stelle”. Hanno imparato presto.
Se torneranno, comunque, a casa, i nostri Marò saranno i benvenuti. Non è su di loro che cade il disonore dello scambio con delinquenti comuni.
Intanto qualcuno si muove per rompere il silenzio e mettere da parte le ipocrisie.
E’ imminente l’uscita di un libro di Mauro Mellini “Il mercato dei Marò”, Editore Bonfirraro.
Mellini ha dichiarato: “Avrei voluto fare di più e di meglio. Ma non ho voluto fare troppo tardi. Ed avrei voluto mantenere una pacatezza che la scoperta di tanti episodi vergognosi mi ha fatto mettere da parte”.
A presto, dunque, la lettura di questo libro.