Aragona – Agrigento. Si è svolto, venerdì 24 ottobre 2014 nella splendida location del Palazzo Principe di Aragona, l’incontro “Per Mare: tra morte e speranza” organizzato dal Rotary Club Aragona Colli Sicani in collaborazione col comune di Aragona che ha visto la presentazione del libro, “Bibbia e Corano a Lampedusa – Il lamento e la lode. Liturgie migranti”, scritto da Alfonso Cacciatore, Alessandro Triulzi e Arnaldo Mosca Mondadori.
La serata di venerdì nasce come logica continuazione delle giornate che il Rotary ha organizzato dal 10 al 12 ottobre a Marsala dove si sono riuniti per parlare di tematiche inerenti l’immigrazione i Rotary Club provenienti da tutti i Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo.
All’incontro aragonese hanno preso parte l’Arcivescovo di Agrigento, Mons. Francesco Montenegro e il Vescovo di Mazara del Vallo, Mons. Domenico Mogavero, entrambi membri della Commissione Episcopale della CEI per i problemi sull’immigrazione, i quali hanno offerto all’uditorio dei punti di vista e degli spunti di riflessione che normalmente non vengono riportati dai mass media.
Mons. Mogavero ha relazionato sulla migrazione in relazione alle religioni e alla politica internazionale, mentre Mons. Francesco Montenegro ha trattato, con dovizia di particolari e da un punto di vista della giustizia e della carità, il fenomeno della migrazione e dell’accoglienza delle persone che giungono in Italia e in Europa.
“E’ assurdo che oggi, per poter vivere, queste persone debbano affrontare un così pericoloso viaggio della speranza che spesso si tramuta in viaggio della morte”– ha tenuto a sottolineare Mons. Mogavero. Per Mons. Montenegro “la Giustizia è il primo gradino verso la Carità”. Una giustizia sociale che non abbandoni gli ultimi al loro grido di dolore, senza dimenticare che per troppo tempo l’Africa è stata depauperata delle sue risorse energetiche e minerarie per il maggior vantaggio “dell’occidente civile”.
Toccanti le testimonianze di vita vissuta sul “confine” lampedusano, di Don Stefano Nastasi, parroco di Lampedusa nei giorni drammatici degli sbarchi in massa e delle tragedie, tra cui quella del 3 ottobre 2013, che hanno reso il mediterraneo un “cimitero liquido”. “Possono portare con loro sul barcon, ben poche cose ma questa gente non rinuncia a portarsi dietro né la Bibbia né il Corano e questo deve farci riflettere – ha spiegato Don Stefano”.
Presente al convegno aragonese anche Mahamadou, un giovane africano musulmano richiedente asilo, il quale, tradito dall’emozione e dalla timidezza, non ha preso la parola nonostante l’invito dei relatori per interventi e contributi del pubblico in sala. Le sue sensazioni, raccolte da “La Valle dei Templi”, vengono di seguito riportate:
“Bibbia e Corano a Lampedusa”, libro che leggerò con molto piacere, è stato il punto di riflessione del convegno di questa sera nel corso del quale si è discusso sul rapporto tra uomini di religioni diverse che arrivano attraverso i cosiddetti viaggi della speranza con la speranza di un’integrazione da realizzare nella terra di arrivo.
Io che il viaggio l’ho affrontato vi racconto una storia diversa. Vi racconto che la speranza dell’integrazione è una realtà che si realizza già nel viaggio. Immaginate un luogo in cui cristiani e musulmani pregano insieme, mano nella mano; accomunati dallo stesso destino, sicuri di pregare lo stesso Dio e certi che non ci sia nessuna differenza tra di loro, tra il loro destino e il Dio a cui chiedono clemenza e protezione per il pericoloso viaggio intrapreso. Quel luogo è il barcone in balia delle onde del mediterraneo. Durante il mio viaggio (luglio 2013), sul gommone abbiamo pregato ininterrottamente mano nella mano esortandoci vicendevolmente, ognuno a proprio modo e nella propria lingua. Certi del dovere di pregare con tutte le nostre forze affinché Dio ci concedesse di raggiungere la terraferma.
Io ho dovuto superare tanti ostacoli per arrivare qui: il deserto del sahara, il mediterraneo, le violenze della Libia. Nei video proiettati durante il convegno nonché nelle parole dell’Arcivescovo di Agrigento, del Vescovo di Mazara del Vallo e di don Stefano, ho rivissuto dei momenti di paura e di gioia che mai potrò dimenticare in vita. La paura dell’ignoto, i compagni morti, la fatica e il dolore fisico ma, allo stesso tempo, il ricordo di quelle mani strette in preghiera tra maliani, nigeriani, somali, liberiani, gambiani, egiziani, musulmani, cristiani e perfino atei, in invocazione di aiuto a Dio. Adesso, però, comportandosi bene e seguendo le regole per costruire una società migliore, occorre conquistare la fiducia di tutta quella gente ci guarda con spregio e indifferenza”.
Grande merito per l’organizzazione di questo incontro di sensibilizzazione va a Giovanni Graceffa, il Presidente del “Rotary Club di Aragona Colli Sicani”. Tra i relatori il sindaco di Aragona, recentemente bersaglio di lettere intimidatorie, che si è detto contento per la partecipazione nonché d’accordo con le parole di Mons. Mogavero e Mons. Montenegro circa il fenomeno delle migrazioni.
Totò Castellana