Per far parte del mondo del terrorismo islamico non è per forza necessario appartenere ad un’organizzazione, combattere in Siria o in Iraq. Martin Rouleau, su Facebook “Ahmad Rouleau” o conosciuto con il profilo di Twitter di “Abu Ibrahim AlCanadi”, responsabile dell’uccisione di un soldato e del ferimento di un altro, travolti ieri sera da un’auto in corsa a Saint-Jean-sur-Richelieu, a pochi chilometri da Montreal, ne è la prova.
Dopo aver investito volontariamente i due militari ed essersi dato alla fuga, intercettato ed inseguito dalla polizia, è stato ucciso dagli agenti nel corso delle fasi concitate del tentativo di fermarlo.
Il gesto dell’uomo avviene a distanza di poche ore da quando lo Stato Islamico ha messo in rete uno dei tanti appelli spesso sottovalutati. Un uomo convertito allo Stato Islamico, apparentemente proveniente dal Canada, aveva appena sollecitato i fondamentalisti islamici canadesi a colpire in patria, affermando che il Canada è coinvolto in attacco all’IS, ed è quindi “lecito vendicarsi in un modo simile.”
Martin Rouleau da qualche tempo seguiva profili twitter di appartenenti all’ISIS ed era ossessionato dai titoli delle notizie sulla guerra che attualmente si sta combattendo in Siria e Iraq. Chi lo conosceva lo definiva un giovane normale ma che improvvisamente era cambiato da quando aveva iniziato a praticare la sua nuova religione. Si era fatto crescere la barba, ma i suoi amici non lo avevano mai considerato una minaccia né per sé ne per gli altri.
Eppure i suoi post su Facebook e il nome usato per il suo account Twitter, “AlCanadi” comunemente adoperato dagli stranieri che sono andati a combattere con gruppi terroristici islamici come Al-Qaeda e l’ISIS, non lasciano alcun dubbio in merito all’ideologia dell’uomo, tanto che all’inizio di questa estate era stato fermato dalle autorità mentre cercava di lasciare il paese. Voleva essere un “martire”. Uno dei tanto jihadisti irretiti da falsi predicatori e pronti a morire per portare a termine attacchi terroristici.
Quando l’ISIS iniziò a decapitare gli ostaggi, ha difeso la sua fede e anche alcuni degli atti più spregevoli per i quali l’organizzazione terroristica è stata duramente condannata anche da parte del mondo musulmano.
Visto il fermo operato dalla polizia quando Rouleau ha cercato di partire per il jihad in Siria o in Iraq, e visti i soggetti che l’uomo seguiva su Twitter, alcuni dei quali residenti in paesi occidentali e conosciuti alle forze dell’ordine che in passato li avevano già arrestati,in particolare a Londra, forse dovremmo interrogarci sulle misure di prevenzione che è necessario prendere per evitare il ripetersi di simili gesti da parte di soggetti labili di mente che si lasciano facilmente influenzare dalle indicazioni di “cattivi maestri”.
Gian J. Morici