La notizia che Lo Stato Islamico (ISIS) è in possesso di tre caccia MiG, è su tutte le pagine dei giornali. Sembrerebbe quasi una notizia nuova e sconvolgente ma come riferito dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, lo Stato Islamico da tempo addestra piloti a guidare i MiG catturati all’aviazione siriana.
Una notizia che avevamo già pubblicato il 7 settembre, corredandola con l’immagine di uno degli aerei finiti nelle mani dei terroristi che dopo aver assaltato l’aeroporto di Tabaqa, impossessandosi di diversi mezzi, compreso gli aerei perfettamente in grado di volare, fucilarono centinaia di soldati siriani che, fuggiti dalla base militare, vennero fatti prigionieri dei jihadisti.
Se non sorprende il fatto che la stampa sia venuta a conoscenza della notizia con oltre un mese di ritardo, altrettanto non possiamo dire della dichiarazione da parte del Comando centrale americano Centcom, che afferma di non essere a conoscenza di nessuna operazione aerea in Siria o altrove dell’ISIS. Tranne che non sia un modo di dire che pur sapendo lo Stato Islamico possiede caccia da combattimento, ad oggi non c’è alcuna conferma al fatto che sia in grado e abbia già progettato di utilizzare i velivoli contro gli aerei della coalizione internazionale guidata dagli USA nella guerra all’ISIS.
A tal proposito è infatti difficile ipotizzare che i piloti dell’ISIS, senza precedenti esperienze di combattimenti aerei e con soli pochi giorni d’addestramento da parte di piloti iracheni, possano affrontare un combattimento contro l’aviazione della coalizione.
Secondo fonti vicine al mondo delle intelligence occidentali, l’addestramento dei futuri piloti dell’aviazione islamica, di cui oggi abbiamo pubblicato il primo video di un MiG in fase di atterraggio ad Aleppo, è mirato a mettere in grado gli stessi per portare a termine attacchi kamikaze utilizzando i caccia da combattimento.
Attacchi suicidi che molto probabilmente avverranno su territorio siriano, considerato il fatto che difficilmente piloti con così poche ore di volo sulle spalle potrebbero sfuggire alle forze aeree alleate per raggiungere obiettivi più lontani come l’Europa o le navi americane che operano nella zona.
gjm