Secondo la radio locale filippina DXRZ, il dottor Okonek non sarebbe stato decapitato.
Il dottor Stefan Viktor Okonek e sua moglie Henrike Dielen erano stati rapiti nell’aprile scorso mentre, a bordo di uno yacht, si dirigevano dalla Malesia verso le Filippine, nella provincia di Palawan. I rapitori dei due turisti tedeschi, rispettivamente di 74 e 55 anni, sono militanti del gruppo terroristico filippino Abu Sayyaf, l’ASG.
Un uomo, che si è identificato come portavoce del gruppo terroristico, ha dett alla radio che il gruppo avrebbe ricevuto una parte dei 250 milioni pesos filippini che avevano richiesti e che non avrebbero ucciso l’ostaggio. L’uomo non ha fornito ulteriori dettagli in merito al pagamento del riscatto.
A confermare che il dottor Stefan Viktor Okonek non sarebbe stato ucciso, anche la dichiarazione di un funzionario del governo che era a conoscenza dei negoziati con i ribelli, confermando che circa 60 milioni di pesos erano stati pagati.
Secondo l’agenzia stampa Dpa l’esercito filippino avrebbe formato un battaglione per intervenire e liberare gli ostaggi ma al momento non c’è nessuna conferma ufficiale.
La decapitazione, il cui ultimatum era scaduto alle 15 locali, era stata rinviata di due ore, in attesa di garanzie sul pagamento del riscatto.
I terroristi dell’Abu Sayyaf non hanno dunque attuato l’orrenda minaccia al termine dell’ultimatum lanciato alla Germania il 24 settembre scorso: la vita della coppia tedesca contro un riscatto di 250 milioni di pesos nonché la fine dell’appoggio tedesco ai raid americani contro lo Stato Islamico in Iraq ed in Siria.
La richiesta di riscatto includendo la fine dell’appoggio tedesco ai raid americani, era stata presentata due giorni dopo l’appello dell’ISIS ai terroristi islamici di tutto il mondo: “Uccidete i miscredenti in qualunque modo e attaccate i civili”.
Da quel giorno i terroristi filippini non hanno fatto altro che far salire la tensione per ottenere i soldi e cercare di spingere la Germania ad interrompere il suo sostegno alla Coalizione con l’invio di fotografie della coppia attorniata da uomini armati, l’appello della coppia terrorizzata, lo spostamento dell’ultimatum dal 10 al 17 ottobre… l’ultimo straziante appello del dottor Okonek dall’interno della sua futura tomba.
La coppia era stata separata lunedì scorso in attesa della barbara esecuzione.
Il Ministro filippino della Difesa, Voltaire Gazmin, aveva comunicato che non avrebbe trattato con i rapitori ed anche Berlino, seppur sotto la minaccia dell’esecuzione dei due ostaggi, aveva dichiarato che la Germania “non cambierà politica sull’Iraq e la Siria”. Stessa posizione sul pagamento di un riscatto.
Il gruppo Abu Sayyaf è stato erroneamente indicato più volte come un piccolo gruppo di militanti islamici con base nel Sud delle Filippine. Inizialmente poteva essere così. Nato dal Front Moro de Libération nationale (MNLF) dal quale si è separato nel 1991 su iniziativa di Abdurajak Janjalani, al suo ritorno dall’Afganistan dove aveva incontrato Osama Bin Laden, ed era considerato vicino ad al-Queda.. L’ASG si è sporcato dei peggiori attentati nelle Filippine e dei rapimenti di ostaggi stranieri per chiederne il riscatto. Da “gang criminale assetata di soldi e senza un’ideologia”, così l’aveva definita Gloria Arroyo l’ex presidente delle Filippine, il gruppo terroristico è cresciuto e, negli ultimi tempi, ha dichiarato fedeltà al Califfato unendosi all’ISIS.
Luisa Pace