di Ettore Zanca
Sono appena sbarcati, sono profughi di zone di guerra. Le zone di cui sentiamo tristemente sgranare un rosario tutti i giorni. Per i bimbi, anche sotto le bombe è essenziale giocare. trasformare tutto in immagini, fantasie, in “non è vero”, fa sì che abbiano una realtà meno cruda.
Molti di loro hanno fatto appena in tempo a scendere dal barcone e indossare la coperta termica, che sembra tanto carta stagnola.
Qualcuno pensa bene di dargli un gigantesco foglio per disegnare, e l’ingrediente di cui ogni bambino ha bisogno per avere un sorriso. Tempo da spendere. E non da rincorrere per non saltare in aria.
Cominciano a disegnare, vedono l’Italia come un paradiso.
E disegnano missili che si abbattono sui palazzi.
E disegnano mamme e papà che scappano. E disegnano una pace desiderata.
Tempo fa, durante una trasmissione radiofonica mi chiesero che cosa farei io, per provare a cambiare le cose, se mi fosse dato il potere.
Ho risposto senza esitazioni che avrei voluto dare il mondo in mano ai bambini, tutto. Perchè così, sarebbe finalmente governato in maniera infantile, che è la maniera più bella di tutte,
I conflitti che scoppiano solo con “non ti parlo più!!”
E che si risolvono con “facciamo pace? Giochiamo insieme?”
Verrà la guerra e avrà i vostri occhi, bambini.
E sapete una cosa? Nonostante l’orrore che portano, sono sempre bellissimi, quegli occhi.