Nella giornata di ieri diversi paesi europei hanno visto scendere in piazza i curdi ed i loro sostenitori contro la politica turca dello struzzo, e non solo turca nei confronti di Kobane.
Ad Amburgo e Celle la giornata è finita molto male. La manifestazione pacifica è sfociata in scontri con sostenitori dell’ISIS armati di sbarre, coltelli e maceti che hanno attaccato i curdi. Alla polizia tedesca, che ha dovuto chiedere rinforzi, non è rimasto che fare uso di cannoni ad acqua, bastoni e lacrimogeni per disperdere la folla.
L’esasperazione curda è amplificata dalla caduta di Kobane, ormai nelle mani dell’ISIS, talmente vicina al confine turco che l’agonia della cittadina assediata ed attaccata dalle forze jihadiste è stata osservata coi binocoli se non ad occhio nudo. La polizia turca ha impedito il passaggio della frontiera a chi voleva prestare soccorso.
In realtà dopo i raid aerei che evidentemente hanno avuto poco effetto anche sui carri armati di cui dispone l’esercito jihadista, perché non mirati alla difesa di Kobane ma, più in generale all’arresto dei movimenti dell’ISIS, l’intera comunità internazionale ha guardato inerme ed inerte la caduta di Kobane dove ormai sventola la bandiera dell’Isis. Qualche resistente sta ancora sparando ma le speranze sono vane.
Vittoria per il cosiddetto Califfato, rabbia per il popolo curdo che comincia ad insorgere ovunque si trovi.
Ad Amburgo la protesta è iniziata con un’ottantina di curdi che hanno occupato per un’ora la stazione della città mentre circa 500 dimostranti hanno sfilato per il centro distruggendo vetrine, macchine e bar turchi.
Si deve ricordare che la comunità turca in Germania è la più grande d’Europa e proprio in virtù di questo dato ci si può chiedere come si potesse pensare che non ci sarebbero state conseguenze gravi alla presa di Kobane.
E’ stato verso sera che dei fanatici pro-IS hanno cercato il confronto disponendosi di fronte al punto d’incontro della manifestazione curda, con la polizia in mezzo alle due fazioni. Il resto è storia di violenze urbane e di confronti comunitari.
Intanto la diaspora curda in Europa continua a protestare per gli attacchi dei militanti Isis contro le comunità curde in Irak ed in Siria che continuano impunemente. La sola vera opposizione sembra quella dei combattenti curdi: i peshmerga.
Dopo l’insistente sottovalutazione della questione ISIS, che alcuni paesi sembrano considerare ancora un “semplice” problema terroristico, lo spostamento dei confronti anche in città europee e la comparsa a viso aperto di simpatizzanti dello Stati Islamico è l’effetto boomerang delle politiche occidentali dalla nascita dell’IS. Se a qualcuno fosse sfuggito che molte organizzazioni terroristiche quali Jabhat al-Nuṣra hanno dichiarato fedeltà all’IS, sarebbe il momento di prenderne coscienza.
Luisa Pace