di Ettore Zanca
Molti di noi hanno avuto un vicino psicopatico che non voleva sentire volare una mosca, in particolare non sopportava i bambini svociazzanti. Chi ha fatto vita di quartiere lo sa. Spesso si sfidava la sorte lo stesso, volendo a tutti i costi giocare a calcio. Pregando che il pallone non finisse nel “giardino del pazzo”, altrimenti lo bucava. Ma la partita per strada, alle due del pomeriggio, andava fatta, che diamine. Specie in estate poi, rimanere fuori anche la sera inoltrata, era quasi una dispensa papale, per molti. Anche se qualcuno sembrava comunque esser di troppo a casa, e se non tornava faceva solo un favore.
Tutto questo sembrava passato, appartenente ai ricordi. Finchè uno schiaffo di rimembranza non mi ha fatto risvegliare. Ai giorni nostri, da qualche parte, è ancora così. I vicini rompono gli zebedei se giochi a pallone oltre l’orario consentito. Ma non come ai vecchi tempi.
Questa non è una storia inventata, ecco a voi il Paderborn. Detta così sembra una canzone di Springsteen, invece è una squadra. Che gioca in serie A, in Germania.
A dire il vero in serie A ci è finita per un puro colpo di C..lasse, o meglio, all’inizio dell’anno scorso, tutti la davano per retrocessa in serie C, teutonica, ovviamente.
Invece i brocchi con i piedi a tombino si sono trasformati in belve, e hanno fatto un signor campionato. Miracoli della mente, prima che del talento.
Ma non è tutto, la squadra non si può proprio dire ricca, rispetto alle rivali, anzi. Unici a non avere il campo riscaldato, per cui quando gela, signori miei, pattinare, invece che calciare. Pregando di non impaccarsi contro un faro di illuminazione, saettando a guisa di novelli Kostner (Carolina), che perdono il controllo. E poi non hanno nemmeno il pullman di proprietà. Lo lo affittano di volta in volta, per le trasferte. In un calcio fatto da “ventidue miliardari in mutande che inseguono una palla”, come li chiamava mio padre, fanno già simpatia. Ma non è tutto.
E qui è scattato il ricordo, oltre che una sonora risata. Il Paderborn, pur giocando in serie A, non può fare partite di sera, come tutte le altre squadre. La ragione non è che i giocatori sono iguane spiaggiate e quindi preferiscono il sole. La ragione di cotanto impedimento sono i vicini. Praticamente una congrega di “giardini del pazzo” summenzionati.
I vicini di casa, del quartiere dove sorge il campo, si sono lamentati degli schiamazzi notturni. E hanno ottenuto che dopo le ventidue, nessuno muova una paglia, o una palla, in questo caso.
Loro vogliono dormire, e vogliono quiete. Io non so voi, ma altro che Bayern Monaco multimilionario, sono diventato tifoso del Paderborn.
A proposito, li avevano dati per spacciati anche in serie A, al momento sono con una vittoria e due pareggi. Non proprio robetta.
L’allenatore, preso atto che dopo le ventidue non si gioca, non si è scomposto. Si sussurra abbia deciso di far giocare dei bambini in squadra, al posto dei giocatori veri. Almeno c’è un buon motivo per cui dopo carosello, sono tutti a casa, devono fare le ninne sante, che domani si va a scuola.
Si scherza, ma almeno storie così, strappano ancora un sorriso. Spero.