Semmai la politica italiana avesse presentato in passato un minimo di pudore e coerenza per il bene del Paese, ormai, sembra che entrambi siano stati sacrificati sull’altare della rincorsa alle ambizioni e al proprio potere personale. Quello stesso potere che “logora chi non c’è l’ha”, come ebbe a dire un venerato ma tanto discusso politico italiano, passato a miglior vita. La custodia e l’accrescimento di questo potere, induce i nostri politici a dire e fare tutto e il contrario di tutto in qualsiasi momento, senza, peraltro, tener conto delle esigenze di quell’elettorato che votando il partito – in virtù della legge porcata – ha garantito loro un posto al sole.
Matteo Renzi, “il sindaco rottamatore” per eccellenza, colui che ebbe l’ardire di scagliarsi contro i big intoccabili del suo partito, i quali non gli risparmiarono fango, discredito e veleno, adesso è pronto a caricarseli tutti sul proprio carro (quello del probabile vincitore) in cambio del loro appoggio elettorale. In pochissimi mesi il sindaco di Firenze nella sua corsa alla segreteria del PD, propedeutica alla successiva scalata a Palazzo Chigi, ha trovato l’appoggio di Massimo D‘Alema, Dario Franceschini e Beppe Fioroni. Amici di cui il giovane sindaco, potendo scegliere, forse farebbe pure a meno. Ma in politica, come tutti sanno, contano i numeri e i nemici di ieri potrebbero rivelarsi i migliori amici di oggi. Il domani? Non importa, quello si vedrà! Del resto nuove dichiarazioni e riposizionamenti sono sempre possibili “per il bene del Paese”.
La coerenza nell’Italia di oggi non è certamente un valore, quindi, un progetto a lunga scadenza per il futuro degli italiani non è possibile e forse non serve ai soliti noti; occorre un progetto per il presente dove sia possibile vivere e lasciar vivere sia gli amici che i nemici. Del resto i più acerrimi nemici di oggi potrebbero costituire i potenziali futuri amici di alleanze tutte da reinventare.
Renzi aveva fatto credere a molti italiani che avrebbe rottamato l’universo mondo, attirando a sé l’astio dei vecchi vertici del PD che non hanno perso tempo ad osteggiarlo. Tuttavia, di fronte alla pochezza politica che al momento il PD è in grado di esprimere ai “rottamandi”, non è rimasto che prendere atto della forza del rottamatore e appoggiarlo per garantirsi una seconda vita politica. Renzi così facendo rischia di imbarcare con sé amici pronti a pugnalarlo alle spalle quando meno se lo aspetta. Amici che da quasi rottamati potrebbero trasformarsi loro stessi in rottamatori del loro carnefice e salvatore.
Renzi dovrebbe spiegare agli Italiani come pensa di curare un Paese malato con quegli stessi politici che sono per buona parte causa di una malattia indotta anche dal loro cattivo operato. Come crede Renzi di ristrutturare la macchina dello Stato senza quel rinnovamento di uomini e idee di cui si era fatto portavoce? Quale credibilità ha agli occhi dei propri elettori?
Il progetto del sindaco di Firenze, al contrario di quanto si potrebbe pensare dopo gli appoggi dalemiani, franceschiniani e fioroniani, sembra conquistare nuovo credito da parte di nuovi sindaci e amministrazioni comunali. In Sicilia già godeva dell’appoggio dei sindaci di Siracusa, Agrigento a cui si erano uniti Enzo Bianco, il sindaco di Catania e Leoluca Orlando, il sindaco di Palermo.
In uno scenario come quello attuale, dove alla crisi economica si sono affiancati potenti e temibili venti di guerra che potrebbero risucchiare a sé l’Europa intera nell’ennesima guerra mondiale, la coerenza sarebbe sinonimo di responsabilità quindi garanzia di successo per costruire realisticamente un paese più giusto e un futuro migliore per i nostri figli.
Totò Castellana