L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha presentato ieri a Bolzano, alla XVII Riunione Scientifica Annuale dell’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTum), lo Studio sull’incidenza oncologica nei comuni del sito di interesse nazionale per le bonifiche “Priolo” (Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa).
Lo studio rappresenta un esempio di utilizzo dei dati di un Registro Tumori per la stima del possibile impatto sanitario delle attività presenti all’interno di un sito di interesse nazionale per le bonifiche (SIN) sulla popolazione in esso residente.
Esso è stato realizzato individuando dal Registro Tumori della provincia di Siracusa (anni 1999-2006) i soggetti con una diagnosi di tumore in una delle sedi selezionate, individuate precedentemente in base ad una ipotesi eziologica riguardante fattori di rischio di tipo ambientale, e che al momento della diagnosi risiedevano in uno dei comuni in studio. I dati individuali sono stati accorpati per genere, classi di età e comune di residenza. Sono stati elaborati i Rapporti Standardizzati di Incidenza (SIR) per 35 cause tumorali, o loro accorpamenti, nei singoli comuni e nel SIN complessivamente, rispetto ai tassi della Provincia di Siracusa.
Nell’area del SIN complessivamente sono stati osservati eccessi significativi dell’incidenza di tutti i tumori e di 16 sedi tumorali specifiche; per alcune di queste (pancreas, polmone, mesotelioma della pleura, melanoma della pelle, mammella e vescica) l’eccesso si riscontra sia negli uomini che nelle donne . Dall’analisi per singolo comune, è emerso l’eccesso per tutti i tumori in entrambi i generi ad Augusta e a Siracusa, comuni per i quali l’incidenza è risultata in eccesso significativo per il maggior numero di sedi tumorali .
A Melilli si osserva nelle donne un eccesso significativo per il tumore del pancreas (10 osservati; SIR=2,52), e negli uomini a Priolo un eccesso dei tumori totali (200 oss; SIR=1,21) e della prostata (37 oss; SIR=1,63). Nella popolazione generale di questo comune si evidenzia altresì un eccesso per il linfoma di Hodgkin (7 oss; SIR 3,02), l’eccesso di 3 volte dell’incidenza del mesotelioma pleurico (4 casi). Seppure con una stima poco precisa, si sottolineano nella medesima popolazione gli eccessi riscontrati per il tumore del colon-retto (47 oss; SIR=1,20), stomaco (15 oss; SIR=1,38), e per i tumori del sistema linfoematopoietico (32 oss; SIR=1,38). In questi due comuni si deve tener conto della bassa numerosità della popolazione che può inficiare la precisione delle stime.
In conclusione, dall’analisi è emerso che nell’area del SIN di Priolo l’incidenza oncologica nel suo insieme e per specifiche sedi tumorali è in eccesso rispetto al resto della Provincia, evidenziando un maggior carico nei comuni di Augusta e Siracusa. La minore precisione delle stime dei comuni di Priolo e Melilli potrebbe essere influenzata dalla minore numerosità della popolazione in questi due comuni.
Attualmente è in corso un’analisi a livello subcomunale dei dati dell’incidenza oncologica integrati con i dati ambientali, per la stima dell’incidenza in aree a diverso impatto da parte di emissioni del polo industriale.
I ricercatori dell’’Istituto Superiore di Sanità e del CNR, in coerenza con l’impegno che si erano assunti durante la conferenza sul progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) organizzata da Legambiente lo scorso Dicembre ad Augusta, torneranno a Siracusa nel prossimo mese di Maggio per illustrare i risultati dell’indagine e fornire aggiornamenti dello studio SENTIERI.
Nella zona inquinata di Augusta il cancro miete silenziose vittime
CAMMINO
18-6-1986
Sempre più numerosi i decessi per il male del secolo
Nella zona inquinata di Augusta il cancro miete silenziose vittime
La mortalità per questo tipo di malattia raggiungeva dieci anni fa, il 30 per cento – Giusta preoccupazione anche per la nascita di bambini malformati – Il silenzio delle competenti autorità
Ad Augusta, nel 1986, il Ministero della Protezione Civile ci fece allarmare per l’annunzio, in base a dati statistici, che la zona sarebbe stata interessata fra non molto da un sisma di forte intensità, che avrebbe potuto provocare probabilmente molte vittime (secondo uno studio della Prot. Civ. la nostra area mediamente ogni 150 anni circa è stata interessata da disastrosi terremoti – ricordiamo quello dell’11 gennaio 1693 e quello del 1848 – per cui sarebbero già maturi i tempi per il prossimo).
Ricordiamo che a tal proposito nell’86 si face anche un convegno: “Dal rischio all’intervento programmato”.
Mentre, però, il terremoto è un evento imprevedibile, contro cui si può fare ben poco, (ma potrebbe anche non avvenire) contro il cancro, che invece sta già facendo silenziosamente le sue vittime, nulla si sta facendo, se non coprire tutto con il silenzio, adducendo la motivazione che un’indagine epidemiologica non proverebbe nulla e che i risultati si conoscerebbero solo fra un altro decennio.
Quando durante il convegno sulla Protezione Civile ad Augusta nell’ottobre 1986 mi permisi di riportare i dati sul cancro attinti dal TG 2 Dossier «Italia a rischio» del luglio 1986, fui accusato di fare addirittura del terrorismo psicologico (oggi mi hanno dato la patente di sovversivo solo perché mi sono messo in testa di difendere la mia città).
Lascio giudicare al lettore quanto sto per dire: nelle settimane scorse sulla stampa si è parlato di “allarme cancro” in Europa sol perché, nel nostro continente, questo male colpisce il 25% della popolazione.
Se oggi, quindi, questo 25% costituisce serio motivo di preoccupazione. per cui si sta correndo ai ripari, come mai ad Augusta (e dintorni) non ha costituito e non costituisce motivo di allarme presso le competenti Autorità il fatto che già nel 1980, quasi dieci anni fa, la effettiva mortalità per cancro raggiungeva il 30%?
Come mai non desta pure preoccupazione il fatto che nell’ospedale di Augusta (dove molte donne anche da fuori città vengono a partorire) la percentuale delle nascite di bambini “malformati” è del 2,6% contro l’1,8% della media nazionale?
Per noi di Augusta le mancate risposte dei Ministri della Sanità, dell’Ambiente e della Protezione Civile, a cui da anni ci rivolgiamo, sono la prova più concreta di quel “silenzio di Stato” che si vuole imporre sulla strage di Augusta, mentre continua il saccheggio del territorio.
A me personalmente, dopo aver scritto agli «organi competenti», è capitato di ricevere da loro qualche lettera di risposta dai toni evasivi e generici, in cui mi si informava (con il solito e noto scaricabarile) che il problema non era di loro competenza, ma di un altro ministero.
Certo, se avessimo avuto amministratori più capaci e preparati ad assolvere ai loro compiti, se i sindacati avessero fatto il loro dovere di tutelare l’operaio e non solo il suo posto di lavoro e la sua busta paga, se la popolazione fosse stata informata correttamente anche sui rischi, se non ci fosse stato e non ci fosse tuttora il ricatto occupazionale, qualcosa si sarebbe già mossa da tempo.
Ma poiché ancora tutto questo non è avvenuto, allora questa «strage» rischia di continuare e di rimanere, come altre, senza colpevoli, ma con molte vittime con un nome, un volto ed una età sempre più giovane.
Palmiro Prisutto
18 giugno 1989