Grandangolo – il giornale di Agrigento – diretto da Franco Castaldo, in edicola domattina, affronta in esclusiva con due pagine intere, le vicende legate all’operazione “Ouster” compiuta a Licata dove sei persone sono finite in manette, accusate di gravissimi reati ed altre due sono libere per miracolo. Viene descritto come, con il metodo mafioso, venivano vessati gli imprenditori talvolta costretti a pagare due volte il pizzo a due boss diversi, a loro volta pronti a darsi battaglia a suon di pistolettate per non perdere l’illecito guadagno. Gli arrestati sono Pasquale Antonio Cardella, Angelo Occhipinti, rispettivamente di 61 e 58 anni, Giuseppe Galante, 54 anni; Giuseppe Cardella, 31 anni; Claudio Giuseppe Cardella, 37 anni e Gianluca Vedda, 37 anni. Non sono stati arrestati, il Gip ha respinto la richiesta, Orazio Moscato 33 anni di Gela e Marcello Bulone, 36 anni di Licata. Due le imprese sequestrate per decisione del Gip, Riccardo Ricciardi: Impresa “Nova Car S.r.l.”, di Cardella Pasquale; Impresa “Vedda Gianluca”. Dodici quelle non sequestrate nonostante la richiesta del Pm, Rita Fulantelli che sono: Impresa individuale “Cardella Giuseppe”; Impresa “Car Transport S.r.l.” titolare Cardella Giuseppe Claudio, amministratore unico Cardella Giuseppe. Impresa “Gicar Si.a.s. di Cardella Giuseppe e C”; Impresa “Repro S.a.s. di Cardella Giuseppe e C”; Impresa “Nova Car Srl”; Impresa “Cardella Giuseppe Claudio”; Impresa “Caved S.r.l”; Impresa individuale “Bulone Marcello”; Impresa “Vedda Gianluca”; Impresa “Infoffice S.a.s. di Vedda Gianluca e C”; Impresa “Moscato Orazio”; Impresa Edilsi S.r.l.”; L’intera storia viene raccontata nei dettagli perché indicativa di un modo scellerato di fare impresa con l’imposizione e la vessazione. E tra le carte dell’inchiesta emerge come Angelo Occhipinti, “piscimoddu” pur di avere il sopravvento su Pasquale Cardella era pronto a compiere una strage. Lo racconta il pentito agrigentino Franco Cacciatore che sulle vicende mafiose licatesi sembra sapere molto. Altro contributo importante all’inchiesta è stato dato dall’imprenditore Angelo Stracuzzi il quale dopo pochi mesi dall’inizio della sua collaborazione con i Pm ha subito un’intimidazione mentre si trovava a Riesi: cinque colpi di pistola contro la sua auto.