A sollevare nuovamente la questione della carenza di donazioni di organi in Israele, il trapianto di fegato eseguito sull’ex direttore del Mossad, Meir Dagan.
Da anni Israele è al centro di polemiche a seguito del cosiddetto turismo del trapianto, che vede molti cittadini israeliani recarsi all’estero per ricevere un organo. Un esempio tra i più eclatanti, quello che vedeva un gran nuomero di cittadini israeliani recarsi in Cina. Paese in cui la principale fonte di organi trapiantati è sempre stata ed è tuttora quella di detenuti condannati a morte dalla Corte suprema o cittadini giustiziati dopo essere stati accusati come dissidenti, o peggio ancora, come si è recentemente scoperto, un paese nel quale la criminalità forniva organi persino alle migliore strutture ospedaliere.
Ma erano solo gli israeliani a comprare organi in Cina?
Sicuramente no. Ma per tanti anni, Israele è stato l’unico paese nel quale i pazienti che si recavano all’estero per fare un trapianto venivano rimborsati quasi totalmente delle spese sostenute, a prescindere dal fatto che tali interventi fossero conformi alle convenzioni internazionali, favorendo così di fatto il traffico d’organi o i trapianti illegali.
Solo di recente le leggi israeliane hanno definito con precisione le circostanze del traffico di organi, prevedendo sanzioni penali ed economiche per coloro che – anche in altre nazioni – acquistano organi o si avvalgono di trapianti in contrasto con la legge del posto dove viene effettuato l’intervento o con quella israeliana.
Dopo l’approvazione della legge, i viaggi dei pazienti israeliani verso la Cina sono terminati.
Contestualmente alla messa al bando del commercio di organi e turismo del trapianto illegale, la legge prevede clausole uniche volte ad aumentare il numero di organi donati a livello locale da donatori viventi e defunti. La legge promuove infatti la donazione di organi legalmente autorizzata da donatore vivente, rimuovendo alcuni disincentivi finanziari che hanno sempre ostacolato la donazione diretta, come il rimborso per la perdita di lavoro o le mutate condizioni di vita.
Non meno importanti le clausole e i benefici previsti nei casi di donatori deceduti. In questo caso infatti, una clausola, unica al mondo, garantisce la priorità nelle liste d’attesa per il trapianto di organi ai familiari di un donatore deceduto, o per un congiunto per il quale i parenti abbiano dato il consenso all’espianto degli organi.
Obbiettivo della nuova legge, promuovere i trapianti all’interno del paese, garantendo ai cittadini l’elevato standard qualitativo della medicina israeliana, e combattendo al contempo il commercio e il trapianto illegale di organi in altri paesi.
Da quando è entrata in vigore questa nuova legge, Israele nelle sedi internazionali viene indicato come esempio straordinario di lotta al commercio di organi.
Gjm