Caro Sindaco, Carissimo Marco,
scrivo questa lettera come scrivessi più che al sindaco ad un amico quando lo si redarguisce per il suo bene.
In questi ultimi giorni si parla tanto di tassa di soggiorno, tutti ne parlano e differenti sono le posizioni.
Ora, se dovessi rispondere laicamente, come una turista che non ha mai visitato Agrigento ma avvezza a girare per il mondo direi che mi sembra addirittura strano che fino ad oggi non vi sia stata una tassa di soggiorno come invece è nella maggior parte dei siti di interesse culturale del mondo intero.
Direi che anzi si è perso tempo… leggendo la notizia sui giornali.
…se poi però mi dovessi avventurare in quel di Agrigento, terra della Valle dei Templi Patrimonio dell’Unesco, patria di Pirandello (premio nobel per la letteratura), città ove si trova il secondo – per bellezza e ampiezza – centro storico arabo della Sicilia (dopo quello di Palermo), città dal mare turchese incantevole e dalle coste mozzafiato… ebbene se “malauguratamente” e moooolto ma molto avventurosamente mi dovessi decidere di cambiare il mio status di turista che vede tutto dal di fuori in quello di chi prova e vede e tocca con mano… ebbene… ti racconto cosa troverei giacchè, caro Marco, una tal cosa mi è capitata domenica scorsa.
Domenica 12 agosto (DOMENICA QUINDI DI AGOSTO IN UNA CITTA’ A VOCAZIONE TURISTICA SITUATA PER GIUNTA VICINO AL MARE), sono venuti a trovarmi degli amici da Palermo e Caltanissetta decisi a visitare la valle dei templi, io, come di consueto ho fatto loro da Cicerone avendo avuto la fortuna di assistere forse alla maggior parte degli scavi fatti in città e provincia essendo figlia privilegiata di un padre medaglia d’argento della Regione Sicilia per il suo alto senso del dovere e per la sua totale dedizione e alta competenza nell’ambito dell’archeologia agrigentina (e non solo) che mi ha “ammiscato” la malattia dell’amore per l’archeologia e per queste “4 pietre” (come qualcuno le chiama) insegnandomi tutto ciò che so, ed essendo figlia di genitori originari di quel centro storico che tutti amiamo ed ammiriamo ebbene, solitamente mi diverto come dicevo a fare da guida agli amici che vengono per visitare la valle e poi se ne vanno quasi increduli perché scoprono che la valle è solo una parte importantissima, ma sempre una parte, delle bellezze che abbiamo ad Agrigento.
Ebbene domenica mattina – dicevamo – arrivano i miei amici, appuntamento al ristoro, loro volevano iniziare la visita dai templi, al che, già “scannaliata” per una precedente visita fatta fare ad altri amici, penso che è domenica mattina e, previdente, penso che le chiese magari saranno aperte e così ci avviamo in direzione chiesa Santa Maria dei Greci che normalmente viene trovata chiusa dai turisti. Prendiamo la macchina e salgo su per via Duomo, mostro la nostra Cattedrale (monumento nazionale per chi non lo sapesse) CHIUSA e devo spiegare che “ogni tanto” è così…e spero che questa sia l’ultima volta perché tutti gli agrigentini temono che da un momento all’altro la loro chiesa madre (XI secolo) crolli rovinosamente a valle con tutto il costone, e devo anche arrampicarmi sugli specchi per spiegare del perché, dopo che anche la protezione civile nazionale ha toccato con mano il pericolo incombente… “qualcuno” abbia avuto anche il coraggio di “rubarci” (??) i soldi per sistemare il costone.
Dopo esser scivolata dagli specchi non essendo un geco proseguo la passeggiata per Santa Maria dei Greci e fortunatamente e come da previsione, si stava svolgendo la Messa motivo per il quale, da un lato abbiamo potuto vedere l’interno, dall’altro per non disturbare non abbiamo potuto visitarla veramente ma ci siamo limitati ad ammirare quanto facilmente e immediatamente fruibile per non disturbare il rito in atto.
Quando usciamo faccio vedere che accanto alla chiesa si trova un centro culturale “Il Funduk” un centro che è vivo e fa delle iniziative bellissime e tutto si deve all’amore di alcuni giovani agrigentini che vogliono, credono e pretendono un futuro diverso per Agrigento e fanno cultura facendo affidamento solo su loro stessi, ma nel contempo devo spiegare che, per un po’ di tempo, arrivare in questo spazio culturale è stato difficile perché… beh, perché un palazzo del ‘700 è stato lasciato cadere lì vicino proprio per quella mancanza di cultura che i ragazzi del Funduk combattono, e devo spiegare ancora che i padroni di casa sono attualmente fuori e si sono appena beccati una denuncia per essere ritornati dentro le loro case dopo più di un anno senza averne il permesso. (Mi sono permessa di sorvolare sul fatto che, mentre davanti agli occhi di tutti quando si è iniziato a togliere le macerie, i pezzi di muro con glifi bellissimi venivano presi con tutte le cautele, poi gli stessi pezzi, lontano dagli occhi del pubblico, venivano scaricati come il peggior rifiuto – con il danno che si può immaginare – e lasciati allo scoperto abbandonati in quel del palazzetto dello sport per un certo periodo di tempo… A proposito… notizie sulla loro fine?). Ah! …e ho sorvolato anche sulla Chiesa dell’Odigitria dal portale meraviglioso cui è crollato il tetto e che addirittura si voleva abbattere anziché ripristinarne il muro di sostegno. Avrei dovuto raccontare delle meraviglie che si nascondono dentro, ovviamente se uno riesce a trovarle tra le piante che sono cresciute nel frattempo…
Tante sono le bellezze in una sola via che dimentico di ricordare che dentro il palazzo arcivescovile di trova il museo diocesano e che più avanti si trova la magnifica e storica Biblioteca Lucchesiana, altro tesoro di inestimabile valore ma che comunque avremmo trovato chiusa, così come il museo diocesano.
Siamo tornati alla macchina e li ho portati a vedere L’ESTERNO della chiesa di San Girolamo, chiesa del XV-XVI sec. che, da quando ne ho memoria, non è mai stata aperta, un altro gioiello chiuso. Ritornando facevo notare l’ingresso di due portoni, uno dall’ineguagliabile stile tutto intagliato nella pietra di tufo che si è ormai quasi del tutto sbriciolato, e l’altro invece appartenente ad un palazzo che a prima vista e dal prospetto sembrerebbe una moderna abitazione ma che invece, a ben guardare, reca una curiosa iscrizione che ne faceva il consolato inglese tanto e tanto tempo fa. …e dire che i miei amici avevano preso il palazzo per una cooperativa viste le tapparelle e i colori del prospetto.
Continuiamo e scendendo in via Bac Bac gli spiego che il giardino ubertoso sotto il quale stiamo passando e di cui solo minimamente si può immaginare la meraviglia per quel che ne sporge dalla terrazza appartiene alla villa di un illustre agrigentino che, come si dice da noi, “ha fatto strada” e tanta ne ha fatta che addirittura gli si è concesso di appropriarsi di una chiesa (c’è da dire anch’essa chiusa da anni e per lo più cadente) per allargare la propria “umile dimora” giurgintana.
Arriviamo al Comune, mi dico, ora gli farò vedere come sono riusciti a recuperare un gioiello (finalmente mi vanto di una cosa positiva) come l’ex Collegio dei Filippini……. ooops….CHIUSO. “Ma come?” Mi chiedono… e io non so che rispondere, posso solo descrivere la bellezza dell’edificio e dei dipinti lì conservati…, e allora gli dico fiduciosa, “ma ora vi rifarete con il teatro Pirandello ex Regina Margherita, opera del Basile, riaperto dopo 25 anni e restituito al suo antico splendore” ma …oooops…CHIUSO. E uscendo mi accorgo che anche due turiste (che non hanno la fortuna di usufruire di un servizio Guida/bus ad hoc che le porti in giro per le tortuose ed infuocate vie agrigentine) chiedono anche loro come mai il teatro non si possa visitare in una DOMENICA DI AGOSTO in una città come Agrigento che dovrebbe vivere, più di TAORMINA, DI TURISMO.
Uscendo spiego che il bellissimo edificio che ci sta di fronte, restaurato e mai aperto, è la bellissima ex Pinacoteca che appunto, non ha mai odorato l’aria da quando è stata restaurata. …andando via non ricordo loro che un altro palazzo lì vicino è crollato poco prima del barocco Lo Jacono e si tratta del palazzo Schifano, un pezzo di storia della città e che al suo posto, a quanto è dato sapere, sembra che un progetto per la “riqualificazione del centro storico” ne contempli la costruzione di un altro, ma in cemento, che ne prenderà il posto come cubatura… per l’arte… si metta da parte.
Provo a portarli a vedere la chiesa dell’Addolorata, bell’esempio di stucchi serpottiani ma……. CHIUSA.
Allora decido di risalire e andare al monastero di Santo Spirito e fortunatamente, non so bene chi, ha dato incarico ad una vecchina che, chiedendo una mancia, ti apre gentilmente la Chiesa (stucchi stupefacenti del Serpotta e Madonna di scuola Gaginesca) e l’atrio del Chiostro Chiaramontano che lascia letteralmente senza fiato per la sua bellezza. Ovviamente è solo l’esterno, non ci è possibile infatti visitare il museo civico e i saloni all’interno…ma ci sentiamo quasi fortunati ad esser potuti entrare almeno lì, e più di noi si sono sentite fortunate le turiste che, dal comune abbiamo ritrovato a Santo Spirito (loro però la strada l’hanno fatta a piedi) e quasi quasi mi sono vergognata meno visto che sono potute entrare QUESTA VOLTA.
Riprendiamo la macchina ed usciamo in via Atenea all’altezza di Santa Rosalia e San Lorenzo (Piazza Purgatorio) e…sorpresa CHIUSE tutt’e due… ora, se da un lato i miei amici sono rimasti male in un primo momento solo per San Lorenzo (gli ho detto che dentro la chiesa sconsacrata è di una grande bellezza così come le sue statue anch’esse del Serpotta che ritraggono le virtù e ove si trova una cappella in oro zecchino con un crocifisso ligneo del ‘700), ci sono rimasti male il doppio (è il caso di dirlo) quando gli ho spiegato che quell’indicibile orrore e schiaffo artistico che è la facciata della chiesa di Santa Rosalia, altri non è che ciò che resta di un meraviglioso e unico prospetto barocco smontato per sedicenti lavori di restauro e abbandonato (cosa mi ricorda……ah si’…le macerie di palazzo Lo Jacono-Maraventano) in quel del boschetto di Maddalusa…
Finalmente è l’ora dei templi, e allora, direzione tempio di Giunone.
Entriamo e notiamo come fiorenti crescano le erbacce all’interno del tempio di Giunone (che veramente sarebbe di Hera Lacinia visto che i templi sono greci e la toponomastica – quando c’è – è tutta sbagliata compresa quella che definisce tomba di Terone la tomba invece di un cavallo), inutile ricordare che siamo nel periodo di maggiore affluenza dell’anno (‘na spuntatina era difficile vero?). Scendiamo e andiamo verso gli arcosoli dove inspiegabilmente si è deciso di sistemare una pseudo mostra (sarò io sicuramente l’ignorante) consistente in dei casermoni rivestiti come la pietra locale che insistono nella zona degli arcosoli che di conseguenza non viene apprezzata per nulla e dentro i quali (quando in funzione non come due di essi domenica scorsa) nel totale buio viene proiettata un’immagine statica e diffuso un rumore inerente all’immagine. Ora, che mi si venga a dire che sono un’incompetente ignorante perché non ho visto con gli occhi dell’arte ciò che di bello si è aperto alla mia vista dopo che tra Ebe e Poseidone sembra non ci sia differenza agli occhi dei poco “informati” in mitologia visto che sempre di acqua si tratta e cosi’ anche per Ade e Persefone i coniugi che sono rappresentati con delle fiamme (perché farne due diversi allora?) rifacendo il classico sbaglio di confondere gli inferi che di certo non erano un paradiso ma che non erano nemmeno l’inferno fiammeggiante appartenente alla nostra cultura cattolica.
Comunque, procedendo ci imbattiamo in UN bar, ora, con tutto il rispetto per chi lo gestisce, …ma quand’è che è stata fatta la gara (perché è stata fatta vero?)? E soprattutto… avete mai comprato una bottiglia d’acqua lì? Ah si’…perché dimenticavo Signor sindaco, ai templi (quelli si’ ad agosto somiglianti ad un girone dantesco per il caldo soffocante) ci sono BEN 4 fontanelle d’acqua (roba mai vista ad Agrigento…) peccato che l’acqua……………. NON SIA POTABILE! Per cui, tu turista, se non vuoi morire, metti mano al portafoglio e paga… e la fontanella usala per rinfrescarti… la testa!Domanda: ma se l’acqua non è potabile… significa che non è depurata? E come mai si aprono le uniche fontanelle IN TUTTA AGRIGENTO……..E NON SI PENSA DI FARE ARRIVARE L’ACQUA POTABILE IN ESSE????
Trovata una delle fontanelle (opportunamente ben nascosta – si sa, l’acqua ad Agrigento costa cara, e poi a che vi serve? tanto non la potete bere…) notiamo che prima di scendere la scaletta solo la quale è posizionata all’ombra di occhi indiscreti (è timida), c’è un binocolo panoramico nuovonuovonuovo– non ci è dato sapere dove siano istallati gli altri, che sono costati ben 30.000 euro e che non sono mai entrati in funzione.
Procedendo più avanti caro sindaco, abbiamo poi incontrato le catacombe Fragapane che avrei voluto far visitare ai miei amici ma, sorpresa… ERANO CHIUSE con gran pace dei turisti che arrivavano davanti all’ingresso e tornavano indietro (ma non hanno pagato anche quello con i 10 euro dell’ingresso??), usciamo e ci ritroviamo di fronte la bella entrata di Villa Aurea sede dell’antiquarium (e anche dei miei ricordi più belli dato che mi ha visto fin da bambina crescere), e mi dilungo nell’avvicinarmi all’ingresso sulla bellezza anche solo della costruzione e del giardino e delle terrazze ad essa annesse e beh, SORPRESA…CHIUSA LEI E L’ANTIQUARIUM.
Alla fine decidiamo di uscire fuori e riprendere la macchina lasciata dai miei amici al parcheggio di Sant’Anna e, cercando di evitare di farci ammazzare giacchè se non esci dal tempio dei Dioscuri l’unica via percorribile è solo la porta V pericolosa per i turisti che vanno a piedi a recuperare il loro mezzo, ce ne torniamo stanchi, assetati e delusi ad Agrigento per poter mangiare qualcosa.
Ritorniamo solo il pomeriggio per far visitare il resto dei templi e far vedere come gli ipogei, i cui ingressi avevo fatto notare in città e che sono stati un’opera ingegneristica geniale ideata da Feace, convogliavano tutta l’acqua (di sorgente e curativa come la usavano anche presso il tempio di Esculapio – uno dei templi ignorati o sconosciuti dagli agrigentini come il tempio di Demetra oggi chiesa di San Biagio, il tempio di Vulcano, o il tempio di Atena oggi chiesa madonna dei Greci – fuori la via sacra) in una grande piscina dove nuotavano i cigni… e oggi paghiamo carissima un’acqua putrida di cui paghiamo anche la depurazione… ed Agrigento naviga letteralmente sull’acqua (buona).
Beh, alla fine della giornata i miei amici, che non vengono da Oslo, Copenaghen, Canada etc., ma da Caltanissetta (60 Km) e Palermo (130 Km) se ne vanno scioccati, annichiliti dalla commistione di tanta bellezza mista allo sfacelo e all’incuria ma con le idee un pò più chiare di come Pirandello abbia potuto diventare quello che è stato. Descrivendo cioè, solo l’essenza di un popolo che per definizione è in antitesi e nemico di se stesso.
E a me, che di questo giro splendido e maledetto sono stata la guida rimane l’amarezza di un orgoglio ferito, il dolore di un amore per questa città ignorato e tanta tanta voglia di affidare per qualche anno la mia città ad un popolo che, al nostro contrario fatta eccezione per qualche mosca bianca, apprezzi e difenda ciò che la natura e la fortuna della genialità dei nostri avi ci hanno regalato.
Ora, la domanda finale che Le porgo è Signor Sindaco: Le sembra una città che possa avere la faccia tosta di chiedere alcunché in più per ciò che NON offre? Oppure ci basterà vedere passare in tv le sole interviste che parlano comunque bene di Agrigento nonostante tutto per farci pensare diversamente? Non pensa che, se prima darà almeno un minimo di servizi allora questa gente parlerà VERAMENTE bene di Agrigento tornando a casa e facendo così venire la voglia anche ad altri di venire a visitarla e di vedere con i propri occhi la bellezza di ciò che qui vi ha trovato e vorrà rimanerci non per un giorno… ma per mesi come facevano gli aristocratici di un tempo presso l’Hotel des Temples oppure presso quel meraviglioso hotel che oggi è sede dell’Ufficio delle Entrate (Sic!!) e che era il Grand Hotel et Agrigentum?
Caro sindaco, la lascio con una citazione del 1870 di Lames Freeman Clarke: “A politician thinks of the next election; a statesman of the next generation. A politician looks for the success of his party; a statesman for that of the country”.
Le auguro un buon lavoro. Per Lei, ma soprattutto per noi.
Ausilia Eccelso.
Presidente Associazione Damarete.
Ausì!
Veni di chianciri pero!
Cuomu si fa? Duoppu na travagliata di almenu du uri (iu ca sugnu menu allittratu ci ni miettu quattru, pi scriviri ‘na cosa di chissa) a arricogliri lu scunfuortu a camiunati ca ti mannà Vullu… ca prima di vidiri chi dici, voli sapiri cu si e accù appartieni.
Circavu di vidiri cu era e chi facci àvia: m’aspittavu ‘na facci di un guardianu di mannara…
…Ma quannu mai! Chissu,facci ‘un c’inni metti ni li cosi ca dici… ‘ni la so pagina di faccebbucch c’era n’armalu ‘mpaitu, scienziatu di comunicazione… pi i giornalisti, l’onorevuli, i consigliera, i sinnaci…
Signora Ausilia,
veru ci cridi ca u sinnacuzzu po leggiri e apprezzari soccu,giustamenti Lei scrivi?
Povera illusa,LEI ed io.