Oggi 17 aprile alle ore 13,15 – dichiara l’avvocato Giuseppe Lipera – si celebra avanti al Tribunale per i Minorenni di Roma l’udienza che riguarda il caso della bambina di sette anni che dal 14 dicembre dello scorso anno vive in casa famiglia.
E se non fosse stato per Radioies di Roma, per YouTube, per Facebook, poi per Mattino5, poi per tanti giornali on line e qualche coraggiosa emittente televisiva locale, nonostante le numerose agenzie di Ansa, Adnkronos, Agi, Apcom, sui giornali nazionali e nei tg rai o mediaset è come se nulla fosse accaduto.
Ma nonostante l’ostracismo di certa informazione quindi, alcuni milioni di italiani conoscono e seguono questa vicenda giudiziaria, che a dir posso si può definire paradossale, assurda, incredibile, tant’è che molte saranno le mamme e le persone che andranno a manifestare oggi la loro solidarietà a Mamma Federica, in via Dei Bresciani, all’angolo con il lungo Tevere, davanti alla sede del Tribunale per i Minori.
E’ concepibile che una bambina di sette anni debba stare coattivamente collocata in una casa famiglia, mentre viveva felice e beata, sin da quando è nata, con la sua brava mamma che la trattava come una regina? E’ giustificabile che questa piccola creatura abbia tutto ad un tratto perso la mamma, i nonni, la scuola, le proprie maestre, le compagnette, la casa, i parenti, i suoi giochi? E’ tollerabile che la vita presente e futura di questa bambina debba essere decisa e gestita dai servizi sociali? E’ ammissibile che venga trattata come orfana una bambina che orfana non è? E’ credibile che tutto questo sia avvenuto e avvenga tuttora perchè i servizi sociali di Roma hanno così proposto al Tribunale Minorile per la ritenuta conflittualità tra i genitori della bambina che, non sposati, vivono separati da quando questa creatura è nata?
Ci sono stati morti? Ancora no! Ci sono stati arresti? Ancora no! Ci sono accuse di mafia o di corruzione? Ancora no!
Ecco spiegato il motivo per cui tg rai e mediaset e giornali nazionali non si occupano di questa storia – continua Lipera -, nonostante vi siano migliaia di casi analoghi in Italia.
Un morto fa notizia, un arrestato pure (specialmente se famoso), ma una bimba che piange e si dispera perché vuole la mamma evidentemente pensano (i soloni dell’informazione) a chi vuoi che interessa?
Mi auguro che ai tanti giornalisti (uomini e donne) che hanno fatto come lo struzzo sino adesso, non abbiano mai a patire di sofferenze inaudite e assurde come quelle di Mamma Federica, che hai loro figli non capiti quel che sta vivendo a quella bambina di sette anni già da quattro mesi.
E non lo auguro veramente, neppure al migliore imbecille o al peggior nemico!
Roma 17 aprile 2012
Pericolosa l’indifferenza.
E l’odissea continua….
Minori, caso Federica Puma il Tribunale prende altro tempo
Tratto da: http://www.paesesera.it/Cronaca/Minori-caso-Federica-Puma-il-Tribunale-prende-altro-tempo
Un conflitto tra genitori che ricade sulle spalle di una bambina di 7 anni. La madre, Federica, chiede l’affidamento della piccola che da quattro mesi vive in una casa famiglia. I giudici hanno richiesto una nuova consulenza tecnica d’Ufficio A. CARBONE
MINORI La figlia di Federica Puma: “Mamma portami a casa”
SIT-IN Presidio in via dei Bresciani: “Rivoglio mia figlia”
Oggi per Federica Puma e per la sua famiglia è stata la giornata dell’attesa e della speranza. Con gli abiti semplici, la faccia pulita e gli occhi imploranti, Federica ha aspettato la sentenza nella quale avrebbe dovuto essere decisa la messa in libertà della sua bambina. Accanto a lei altri genitori, anch’essi vittime di un sistema giudiziario che, per cause ancora da accertare, deve essersi inceppato.
La sentenza arriva alle ore 16 circa, dopo quasi 3 ore di udienza . Il finale è amaro. I giudici si sono riservati di pronunciarsi. Hanno richiesto una nuova Consulenza Tecnica d’Ufficio. L’ennesima, rimandando la loro decisione a data imprecisata.
Intanto la piccola che chiameremo Anna (nome di fantasia), resterà ancora prigioniera mentre la sua mamma continuerà a piangere tutta l’ingiustizia che sta subendo. Anna è nata 7 anni fa dall’unione di Federica con un pediatra romano, all’epoca 46 enne. Una vita apparentemente normale la loro. Un’unione che dopo poco tempo comincia a vacillare. Anna aveva solo 23 giorni quando l’uomo decide di cacciare via di casa, sia lei, sia la sua mamma. Da quel giorno inizia l’incubo per Federica, 33 enne di Milano, alla quale non resta altro che tornare dai genitori, ben contenti di supportarla e di ospitarla in casa. Quegli stessi genitori che oggi la sostenevano in Tribunale e che chiedono a gran voce di poter riabbracciare la loro nipotina.
LA BAMBINA VUOLE TORNARE A CASA – Da 4 mesi Anna vive in una casa famiglia, piange e si dispera perché vuole tornare a casa, con la sua mamma, con i suoi nonni, dai suoi affetti e dai suoi giochi. Per tutta la giornata, davanti al tribunale, una registrazione manda in onda l’ultima telefonata shock tra Anna e Federica. Parole che feriscono, pianti che commuovono.
Ma perché Anna non può stare con sua madre? Perché possono incontrarsi solo una volta a settimana e sotto la stretta sorveglianza degli assistenti sociali? Il padre di Anna ha deciso tutto ciò. Ha deciso che sua figlia non deve crescere con la madre, ma deve essere messa in una casa famiglia fino a quando non sarà adottata.
IL PADRE – Romano, 53 enne, pediatra, lavora in vari ospedali della capitale continuando tutt’oggi ad esercitare la sua professione, nonostante esista una perizia medica che gli attribuisce “disturbo di personalità di stampo narcisistico, dovuto a vuoto empatico ed affettivo, da curare in strutture cliniche idonee”.
Alcune persone che lo conoscono hanno detto a Paese Sera che il pediatra lavorava prima presso l’ospedale San Camillo di Roma e poi anche presso il Policlinico Umberto I. Ospedali dai quali è stato licenziato, pare, per aver più volte mostrato la sua personalità instabile, tendente al violento. “Esistono documenti, certificazioni e prove che attestano la sua instabilità mentale” dichiara Federica Puma e continuando, con gli occhi lucidi dichiara: “Voglio solo che il giudice liberi mia figlia”.
Il SIT-IN – Sono circa 200 le mamme, nonne e volontarie che si sono riunite stamane dinanzi all’ingresso del Tribunale dei Minorenni, in via dei Bresciani, coordinate e guidate dall’Associazione Donne per la Sicurezza Onlus. Alla presenza delle forze dell’ordine, ognuna di queste donne porta il suo contributo con striscioni, testimonianze e cori per supportare Federica. Lottano per quella che loro stesse chiamano una “giustizia senz’anima”. Barbara Cerusico e Roberta Sibaud, presidente e vice presidente dell’associazione, indossano, insieme alle altre attiviste, un velo nero. “Oggi siamo in lutto” dichiarano a gran voce, sperando di risorgere con la sentenza del giudice. Restano davanti al Tribunale per molte ore, dalle 9 del mattino fino quasi alle 17.
LA TESTIMONIANZA, “CALVARIO DENTRO UNA CASA FAMIGLIA” – Colpisce il racconto di Antonella Flati, presidente dell’Associazione Pronto Soccorso famiglie. Rinchiusa per ben 18 anni in una casa famiglia. “I primi 11 anni sono stati un inferno, tra botte, punizioni e soprusi da parte degli operatori sociali”. Poi sono cominciate le adozioni. Per 6 volte sono stata affidata a 6 famiglie diverse. Nessuna di queste era quella giusta. Il sistema non funziona. La scorsa settimana, l’associazione di Antonella ha già denunciato una casa famiglia per le manchevolezze e le situazioni di pericolo psico-fisico in cui versano i bambini ospitati. Altre 7 denunce sono pronte a partire. “I nostri figli sono lì dentro. I vostri, caro giudice, dove sono?” , termina agguerrita.
IL LEGALE DI FEDERICA – Arriva intorno alle 13.00 l’avvocato Giuseppe Lipera e dichiara: “Qui sono state violate, non solo le leggi di diritto positivo ma anche il diritto naturale. Il diritto che una bambina ha, di crescere con la propria mamma”.
L’ON. GUIDI (PDL)- Psichiatra infantile, politico ex sottosegretario al Ministero della Salute, spiega il perché della sua presenza al Tribunale. “La mia presenza qui è logica – dichiara l’onorevole Guidi – sono psichiatra infantile e vedo spesso casi di ingiustizia. Qui oggi c’è un rischio di ingiustizia molto alto”. Si scaglia contro i giudici che “privilegiano l’allontanamento dei bambini dalle loro famiglie” e il conseguente inserimento nei centri di accoglienza. “Non ho nulla contro gli operatori sociali ma voglio cercare di salvare i 32 mila bambini rinchiusi in case famiglia ed istituti. Serve una legge ad hoc, nuova, che regolarizzi il tema dell’adozione e dell’affidamento minorile. Serve una legge che garantisca la salute mentale del bambino perché troppo spesso abusi e soprusi vengono denunciati quando il soggetto è già adulto. Lottiamo per questo”.
di Annarita Carbone