Scritto da Franco Castaldo su Grandangolo:
Appena domenica scorsa incalzava i giornalisti, quasi tutti, e le loro testate a non divorare la propria credibilità. Troppi giornalisti-censori. Troppe notizie nascoste. E Giuseppe Arnone è partito a testa bassa. Comunicati, spazi autogestiti, interviste autoprodotte (al ridicolo non c’è mai fine). Insomma, il solito campionario arnoniano. Accuse a destra e a manca tranne che per pochi eletti guidati da Teleacras. “Pendete esempio”, affermava convinto.
Ieri (ma anche oggi), l’Italia intera si è occupata delle vicende del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e del superpentito Maurizio Di Gati (tanto super che viene citato spesso come “prova di verità” da super-Arnone). Di Gati e qualche altro assassino mafioso hanno massacrato il governatore e l’Mpa. E non solo. Di Gati che di appalti truccati e mafiosi se ne intende ha nuovamente tirato in ballo, e non certo benevolmente, l’imprenditore Marco Campione, dell’omonima impresa e di Girgenti acque (fresco di condanna definitiva per altri fatti). Già ieri ci aspettavamo una presa di posizione di super-Arnone, magari un comunicatuccio di seconda linea, una presa di posizione anche blanda. Diciamo una testimonianza. Niente. E, diciamocelo, non ci ha sorpreso. Di Gati raccontava le stesse vicende che Arnone ha nascosto nel suo libro estivo. Aveva occultato un verbale di trentadue pagine sottoscritto da Di Gati che accusava di mafiosità Lombardo e il suo partito. Nel best sellers, Arnone ha fatto di più. Oltre a far finta di nulla sul verbale, ha sbianchettato vergognosamente il nome dell’on. Di Mauro. Grandangolo da tempo, e prima dello sbianchettamento, aveva anticipato ai suoi lettori l’esistenza, anche in funzione di prossime campagne elettorali, di un asse Arnone-Di Mauro-Lombardo-Mpa. E le anticipazioni sono state così veritiere che, mesi dopo, il capogruppo Mpa (anzi, ex capogruppo) Giuseppe De Francisci, ha lasciato il movimento e il suo “parrino” con dichiarazioni al vetriolo. Soprattutto confermava indirettamente le indiscrezioni di Grandangolo. Insomma quanto a censura Arnone batte chiunque. Eppure, accusa gli altri. Prendete ad esempio, la storia della casa abusiva di Maria Grazia Di Marco. Avete mai visto un posterbus, un incatenamento al cancello, un documento, un’intervista? No. Anzi, al contrario, afferma in un documento che ha fatto di tutto per non farlo finire nelle grinfie della giustizia. E candidamente ammette: “Avrebbero demolito il secondo piano e parte del primo”. Per Sodano, suo acerrimo nemico (perché e ripetute volte lo ha sconfitto in passate elezioni), invece è stato messo in piedi tutto l’armamentario arnoniano. Non ci turba la denuncia a carico di Sodano (il modo di come è nata, sviluppata e conclusa, si). Tutti vanno perseguiti a norma di legge. Ma le amiche di Arnone no. Ed anche gli amici. Come quel tale che evaso dagli arresti domiciliari tagliò le gomme ad un’auto parcheggiata davanti il cancello di casa. E Arnone che ha fatto? Nascose tutto, pagò personalmente il danno all’automobilista incauto e non fece sporgere denuncia. Bravo.
Tornando a noi e alle accuse di censura. Dopo una accurata verifica nessuno tra siti e tv da prendere ad esempio ha pubblicato qualcosa su Lombardo, Mpa, Campione. Volevamo prenderci gratis un’altra lezione. Magari per migliorare. Invece nulla. Non c’è nulla. Ieri e stamani sono stati troppo impegnati e non si sono dilettati al solito copia ed incolla. Fanno così con i comunicati di Arnone. Passano tutto. E passano nei telegiornali persino interviste autoprodotte. Diciamo un altro copia ed incolla… televisivo. Mai avvenuto nella storia dell’informazione interplanetaria. L’altro ieri, prima della sventagliata di accuse mafiose a Lombardo e Campione (ai quali auguriamo ogni bene) Arnone si è speso per dire che è stato sostenitore di Fabrizio Ferrandelli alle primarie Pd a Palermo. “Ho messo la faccia”, ha tuonato. E Ferrandelli ha vinto. Incurisoiti abbiamo cercato ancora ed abbiamo trovato un’altra perla arnoniana. Leggete cosa scriveva Ferrandelli di Arnone appena quattro mesi fa: “In riferimento a quanto affermato da Giuseppe Arnone, consigliere comunale del Pd di Agrigento, intervenuto ieri sera alla trasmissione “Servizio pubblico”, condotta da Santoro, visibile in streaming su internet, e nella sua lettera pubblicata sul sito Sicilia24h, Fabrizio Ferrandelli, consigliere comunale e candidato a sindaco della città di Palermo, contesta l’attacco personale assolutamente immotivato e fuori luogo. “Mi sorprende – dichiara Fabrizio Ferrandelli – che Giuseppe Arnone abbia scoperto solo adesso quello che io denuncio da sei anni. Ho sempre combattuto contro l’inefficienza, l’assenza e gli sprechi dell’Amministrazione Cammarata che non ha mai lavorato per come avrebbe dovuto. Non capisco quale sia il suo parametro – continua Ferrandelli – nel giudicare il costo di una Commissione rispetto ad un’altra. A Palermo, le Commissioni sono sette, hanno tutte lo stesso costo di gestione e grado di “efficienza”. Come mai attacca solo quella di cui faccio parte, dimenticando che sono l’unico componente dell’opposizione, dunque non ho alcuna responsabilità diretta. Forse perché ora sono candidato a sindaco? Il mio lavoro di questi anni è sotto gli occhi di tutti – precisa Ferrandelli – e gli atti possono solo confermare che non ho percepito indennizzi o rimborsi extra di alcun tipo, persino le trasferte istituzionali le ho sempre fatte a mie spese. Proprio per questo motivo, uno dei punti del mio programma è quello di rendere accessibile l’anagrafe pubblica degli eletti, in modo che tutti i cittadini possano vigilare personalmente sulle spese di chi li rappresenta. Ritenendo io per primo importante la battaglia contro gli sprechi della politica, non posso accettare lezioni da chi pare abbia interloquito con l’allora presidente della Regione Totò Cuffaro, già condannato in primo grado per associazione mafiosa, per ottenere l’emanazione di un provvedimento interpretativo che gli ha evitato la restituzione di oltre 40.000 euro. Soldi ricevuti come indennità extra, nella scorsa consiliatura, in qualità di presidente vicario del Consiglio comunale di Agrigento, e di cui la Corte dei Conti aveva chiesto la restituzione. Tutte le dichiarazioni a me riferite, pubblicate all’interno della lettera, circolanti su Internet e trasmesse durante la trasmissione di Santoro – aggiunge Ferrandelli – sono già al vaglio dei miei legali e mi riservo la possibilità di sporgere querela. Chiedo inoltre alla redazione della trasmissione “Servizio pubblico” il diritto di replica, per riaffermare quanto detto in questi anni contro gli sprechi e le inefficienze della Giunta Cammarata e di tutta l’Amministrazione comunale. Io voglio essere sfidato sulle idee, sulle proposte, sul programma, e non essere bersaglio di attacchi strumentali e calunniosi, specie se provenienti da fuoco “amico””.
Già fuoco amico. Con Arnone capita spesso. Prima amico, poi nemico e viceversa. Lo dice la sua storia. Sarebbe interessante, adesso, sapere, come e perché Arnone e Ferrandelli siano diventati “amici” dopo l’attacco frontale del novembre scorso.
In conclusione, questa è la volta che un posterbus sia dedicato ad Arnone per tutto quello che è capace di fare e soprattutto nascondere. A seconda se si tratti di amici o nemici. Non conta la trasparenza e la legalità. Conta ben altro.
Se non fosse per i danni arrecati a numerose persone, aventi come unica colpa quella di non piegarsi alle voglie ed ai molteplici interessi di Arnone, si potrebbe affermare che tutto il suo modo di vivere ed operare è una FARSA. Diceva Manzoni: “”Vergin di servo encomio e di codardo oltraggio””; di Arnone possiamo solo dire: “”SCHIAVO DI SERVO ENCOMIO E DI CODARDO OLTRAGGIO””, che piuttosto che andare “dove lo porta il cuore” (peraltro anche quello di colore nero, nonostante le sue “donazioni” a clienti con case abusive o sorvegliati che tagliano gomme), va soltanto dove lo portano LA SUA SMISURATA AMBIZIONE ED IL SUO SENSO SPREGIUDICATO DEGLI AFFARI.
Arnone è un maestro nel praticare l’arte del “Chi disprezza compra”. Chi ancora dispone di buona memoria dovrebbe ricordare come alcuni anni or sono tentò di spedire Di Mauro dietro le sbarre. Oggi gli si abbarbica, ritenendolo il suo migliore alleato e referente di collegamento con il Presidente Lombardo. E non è sufficiente a spiegare tutto ciò neppure “la gratitudine” (concetto astratto tra simili soggetti) di Arnone a Di Mauro per avergli favorito, ai tempi di Cuffaro, la leggina che gli consentì la corresponsione dell’idennità di carica come vice-vicepresidente del Consiglio comunale. Cosa è che lega allora, oggi, questi tre soggetti in modo del tutto incongruente con i loro trascorsi? Solo una spiegazione sarebbe possibile, ma…………..vogliamo lasciarla all’intelligenza degli agrigentini.
E’ un uomo santo , da beatificare non solo sindaco ma angelo custode della città…. S.Pietro , San Paolo e San Giuseppe Arnone : beatificato con l’areola di SANTO . LA CITTA’ ALLE AMMINISTRATIVE DI MAGGIO LO FARA’ SANTO , SANTO , SANTO …E TUTTO IL POPOLO ESULTERA’ SAN GIUSEPPE ARNONE …SAN GIUSEPPE ARNONE PROTEGGI TU LA CITTA’ DAI PECCATORI …. AGRIGENTO E’ PIENA DI PECCATORI E TU CHE SEI STATO A MAGGIO 2012 FATTO SANTO , PUNISCI I PECCATORI AGRIGENTINI , DAI LORO LA POSSIBILITA’ DI REDIMERSI , FUSTIGALI ! DAI LORO I MEZZI PER FUSTIGARSI , COSI’ SARANNO PIEGATI TUTTI AI TUOI PIEDI E LA CITTA’ SARA’ UNA CITTA’ SANTA : SANTA AGRIGENTO CON PROTETTORE DELLA CITTA’ SAN GIUSEPPE ARNONE IL SOGGETTO CHE NON HA MAI PECCATO.
UNA VOLTA CHE AVETE DECISO DI FARE SANTO A SAN GIUSEPPE ARNONE , IO SAN GERLANDO PATRONO DELLA CITTA’ – CON LA CATTEDRALE CHE SCIRRICA’- CONCORDEMENTE AL SANTO NERO SAN CALO’ DI GIRGENTI , CE NE ANDIAMO DA AGRIGENTO A FARE GLI EREMITI ALTROVE PERCHE’ SAN GIUSEPPE ARNONE COSI’ I MIRACOLI LI FA LUI . IO SAN CALO’ DI NARO FICI GRAZI A MIGLIARU , IO SAN CALO DI CANICATTI FICI I GRAZI E SINNI PINTI’ PICCHI ARNUNI MI FUTTI.
NOI CE NE ANDIAMO DA QUESTA CITTA!
Bello questo posterbus.
IN TELEVISIONE LUI HA CREATO UNA RUBRICA DI TELEACRAS – COME CECCHI PAONE ( MA LUI NON GLI SOMIGLIA MANCO PER SONNO) MENTRE CECCHI PAONE HA INVENTATO LA RUBRICA LA MACCHINA DEL TEMPO , GIUSEPPE ARNONE A TELEACRAS HA INVENTATO UNA RUBBRICA ” LA MACCHINA DEL FANGO ” CON ARTEFICE DIETRO LE QUINTE GIOVANNI MICCICHE’ I CUI PROCESSI PENDENTI PENALI NON SI SA CHE FINE HANNO FATTO E CHE FINE FARANNO . CERTO E’ CHE TELKEACRAS COSI INFANGANDO DOVREBBE RIDIMENSIONARSI O CHIUDERE- ANCHE I PATRIMONI ANDREBBERO RIGUARDOSAMENTE OSSERVATI AL SETACCIO.