Sicilia – Agrigento – Siamo alle solite – scrive Calogero Miccichè, coordinatore provinciale di S.E.L. -, nell’anno 2012 ad Agrigento si deve ancora parlare degli enormi ritardi nella distribuzione idrica. Vero è che in alcuni quartieri, nel bene o nel male, l’acqua arriva nelle case degli agrigentini “regolarmente” con turni stabiliti di due, tre o quattro giorni, ma si è ancora molto lontani dalla normale distribuzione quotidiana come civilmente accade in altri luoghi.
Sarà forse che questa città è stata condannata a soffrire per carenza idrica perché colpita dalla maledizione dell’acqua?
Noi non credendo nell’esistenza di simili maledizioni legate a forze misteriose – continua Miccichè -, affermiamo che tutto ciò ha origine dalla carne viva della mala politica che in un primo momento ha alimentato il malaffare e appesantito la burocrazia con costi insopportabili per la spesa pubblica, poi, dopo il fallimento della gestione dei comuni, decide di affidare tutto ai privati, come se ciò fosse la panacea per tutti i mali. Ma si è visto che così non è, e infatti all’aumento dei costi caricati sui cittadini, si aggiungono i vistosi ritardi dei turni di distribuzione idrica. Se salta un turno stabilito si arriva addirittura al raddoppio del turno saltato, per esempio: se in una zona per turno l’acqua arriva ogni due giorni e questo salta, il prossimo turno sarà dopo quattro giorni, se a tre giorni arriva a sei, se è a quattro arriva dopo otto giorni.
Per la Girgenti Acque tutto questo è normale?
Per fortuna è arrivato il referendum, e la grande maggioranza del popolo italiano, compreso quello agrigentino, ha detto che la gestione dell’acqua deve tornare pubblica, ma di questo se ne parlerà in altra occasione, oggi è necessario mettere l’accento sulle disfunzioni.
Intanto il sindaco se ne lava le mani con la scusa che non è più il comune ad azionare la chiave di apertura e chiusura delle saracinesche. Forse il sindaco dimentica che il suo compito è quello di controllare quotidianamente affinché si rispettino i turni di distribuzione, il loro prolungamento è incivile, per questo in una città civile un sindaco ha il dovere di mettere in mora la società che gestisce la distribuzione idrica appena è a conoscenza dei ritardi.
Parafrasando il ritornello di una vecchia canzone delle mondine sulle otto ore di duro lavoro nelle risaie, trasformando le ore in giorni diciamo: “Se otto giorni vi sembrano pochi provate voi…”, provino “lor signori” ad attendere i lunghi turni di otto o anche dieci giorni per la distribuzione dell’acqua. Questa lunga attesa da alcuni mesi si verifica in molte zone della città, ma in particolare nel quartiere di Villaseta, nella contrada Zunica; molte segnalazioni sono state fatte prima agli organi competenti e poi a noi perché ci informassimo sul motivo dei ritardi. Abbiamo cercato di telefonare a Girgenti Acque – conclude Miccichè – per avere notizie sul perché nella contrada Zunica spesso salta il turno stabilito, ma l’attesa per la risposta è stata lunga e vana. Siamo ancora in attesa di sapere.