Approvata oggi a larga maggioranza in Commissione LIBE la relazione Iacolino sulle condizioni di ingresso e di soggiorno di lavoratori altamente qualificati di Paesi terzi nell’ambito di trasferimenti intrasocietari. Con 280 emendamenti presentati e 17 compromessi ampiamente condivisi dai Gruppi politici, il testo della Direttiva così modificato verrà negoziato dal Relatore nel trilogo conla Presidenza Daneseela Commissione Europea.
“Semplificazione, procedure snelle e fiducia tra gli Stati membri sono stati gli aspetti che maggiormente abbiamo cercato di valorizzare nella nostra attività. Abbiamo definito con chiarezza le categorie interessate – manager, specialisti e impiegati in tirocinio – che rappresentano circa il 5% della migrazione legale temporanea verso gli Stati membri da Paesi terzi (3 anni per manager e specialisti, 1 anno per impiegati in tirocinio).
Abbiamo previsto criteri di ammissione chiari, in particolare attraverso un periodo di impiego precedente e qualifiche professionali ed esperienza adeguate. Abbiamo rafforzato la tutela per i lavoratori e le misure sanzionatorie da parte degli Stati membri per il rifiuto o la revoca del permesso. Abbiamo definito un trattamento delle domande più rapido e, nel caso di uno trasferimento del lavoratore ICT da uno Stato membro ad un altro, sostenuto meccanismi di fiducia che consentano ai lavoratori e alle aziende di continuare la loro attività e agli Stati membri di esercitare un controllo ex post entro un termine congruo.
Nel presupposto inderogabile della preferenza comunitaria per i lavoratori altamente qualificati che hanno cittadinanza europea, abbiamo previsto il ricongiungimento familiare per queste categorie di cittadini di Paesi terzi, attraverso un trattamento contestuale della domanda di permesso di soggiorno e riconoscendo loro la possibilità di avere accesso al mondo del lavoro.
Un risultato importante, che dà al Relatore un mandato forte per il trilogo interistituzionale. “Solo procedure chiare, tempi rapidi e meccanismi di reciproca fiducia tra Stati membri possono dare a questa Direttiva una chance per essere uno strumento agile di competitività e crescita per le aziende stabilite nell’Unione Europea, garantendo l’unità familiare del lavoratore temporaneamente trasferito.”