Senza voler entrare nel merito, ci chiediamo se e quando Agrigento potrà vantare un mare pulito e se mai ci sarà chi risponderà dinanzi chi competente, del fatto che gli agrigentini debbano fare il “bagno in brodo di coliformi fecali”.
Al sig. Sindaco di Agrigento
Al Presidente dell’ATO Idrico
Al Presidente di Girgenti Acque SpA
e, p.c. al Sig. Procuratore della Repubblica di Agrigento
OGGETTO: impedimenti formali e trancianti in relazione ai quali non è possibile realizzare l’impianto di depurazione del Villaggio Peruzzo.
Questa associazione ritiene utile porre formalmente in evidenza, affinchè le SS.LL. possano assumere i doverosi consequenziali provvedimenti, le invalicabili ragioni per le quali non è possibile realizzare qualsivoglia impianto di depurazione in località Villaggio Peruzzo, nel sito prescelto dai tecnici Rizzo e Platamone:
1) Le prescrizioni del PAI
- a. come si evince dall’allegato provvedimento del Comune di Agrigento in data 7 marzo 2007, a firma del dirigente del Settore VII, nella zona in questione i Decreti Assessoriali n. 298 del 4.07.2000 e n. 343 del 22.07.2002, con i quali si è approvato il Piano Straordinario per l’Assetto Idrogeologico (PAI), fanno “divieto di procedere a tutte le opere e le attività di trasformazione dello stato dei luoghi e a quelle di carattere urbanistico ed edilizio”;
- Per via dei citati Decreti, l’area in questione è individuata come R4 – P3, ossia a “rischio molto elevato” di esondazione e “pericolosità alta”. Ciò è prescritto, in particolare, dalla carta del rischio idraulico e carta della pericolosità idraulica per fenomeni di esondazione;
- le norme di riferimento del PAI prevedono, in detto sito interessato dal depuratore “soltanto interventi volti alla salvaguardia dell’esistente, alla tutela dell’incolumità pubblica e alla salvaguardia del contesto per la riduzione del rischio idraulico”;
- Il Comune di Agrigento, in relazione a dette prescrizioni e alla connessa pericolosità, con il provvedimento che si allega, ha ritenuto addirittura che – proprio in relazione al grave rischio di esondazione del fiume – non fosse neanche possibile autorizzare la semplice e banale modifica di destinazione d’uso richiesta dalla Regione Siciliana per il fabbricato ex “Mulino Taglialavoro”.
2) Il Piano del Parco Archeologico
Anche il Piano del Parco Archeologico, conformandosi tra l’altro alle decisioni assunte dal Consiglio Comunale di Agrigento in sede di adozione del nuovo PRG, non prevede alcuna realizzazione di impianti di depurazione nella Valle dei Templi. Prevede semplicemente il mantenimento dell’unico depuratore esistente all’interno del Parco, ossia quello di contrada S. Anna. Ed invero, le Norme di Attuazione del Piano del Parco Archeologico, che prevedono tali infrastrutture, sanciscono soltanto il mantenimento del “depuratore esistente” e non fanno riferimento (sia per via del singolare usato, sia per via del participio presente “esistente” ad ulteriori impianti che al momento non esistono in quanto semplicemente in itinere, non completati e non funzionanti).
3) Il PARF del Comune di Agrigento e le prescrizioni della L.R. 27/86 art. 46
I decreti approvativi del PARF del Comune di Agrigento impongono tassativamente ed esplicitamente il pieno e integrale rispetto della normativa in materia di distanze dai fabbricati per gli impianti di depurazione da realizzarsi in tutto il territorio e, specificamente, al Villaggio Peruzzo. Detta tassativa prescrizione, esplicita in ambedue i decreti approvativi, applica quello che è un tassativo comando imposto nella Regione Siciliana dalla Legge Regionale 27/86 art. 46. Successivamente, questa Associazione si riserva di porre in evidenza – per le opportune sanzioni, anche di natura risarcitoria e penale – i comportamenti di coloro che, ponendo in essere gravi infedeltà rispetto all’interesse pubblico, hanno scientemente omesso di considerare i provvedimenti sopra indicati. Ma sin d’ora è opportuno rilevare che l’ing. Rizzo, tecnico progettista e direttore dei lavori del depuratore del Villaggio Peruzzo, in tale qualità risulta essere destinatario dell’allegato provvedimento comunale che riguarda in primis il progetto dell’ex “Mulino Taglialavoro” (il cui progettista risulta essere sempre l’ing. Rizzo), ma in modo identico il progetto del depuratore. Non sfugge che l’ing. Rizzo, consapevole dell’esistenza di detti vincoli, era giuridicamente tenuto, sin dal primo momento della conoscenza dei vincoli del PAI, a comunicare al Comune di Agrigento l’impossibilità in ordine alla realizzazione, anche per dette ragioni attinenti il PAI, oltre che per le altre, del depuratore.
Tanto si rassegna, con riserva di ulteriori approfondimenti.
Agrigento, 27 luglio 2011
Il Presidente Regionale
Arch. Domenico Fontana
Non mi pare proprio il suo stile. E’ ufficiale o solo per fini mediatici?
il PAI è consultabile/scaricabile al link http://www.sitr.regione.sicilia.it/pai/bacini.htm
il bacino idrografico relativo l’area in oggetto è lo 067 “F. S. Leone ed Area tra F. S. Leone e F. Naro ” scaricabile al link http://www.sitr.regione.sicilia.it/pai/index_of-CD_PAI_per_BACINO_067.html
le norme di attuazione sono comuni e sono allegate alla relazione generale
da notare bene, in particolare, il comma 4 lettera h dell’art. 11 ed il successivo l’art. 12 che riporto di seguito
Art. 11 – Disciplina delle aree a pericolosità idraulica
4 ) In queste aree sono esclusivamente consentiti:
h) La realizzazione di nuove infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico, nonché l’ampliamento o la ristrutturazione delle esistenti, purché compatibili con il livello di pericolosità esistente. A tal fine i progetti dovranno essere corredati da uno studio di compatibilità idraulica redatto secondo gli indirizzi contenuti nell’Appendice “B”;
Art. 12 – Disciplina delle aree a rischio molto elevato (R4) ed elevato (R3)
1 ) Nelle aree a rischio idraulico molto elevato (R4) ed elevato (R3) sono esclusivamente consentiti:
c) Gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superfici e volume, anche con cambiamenti di destinazione d’uso;
d) Gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria, straordinaria e di consolidamento delle opere infrastrutturali e delle opere pubbliche e di interesse pubblico e gli interventi di consolidamento e restauro conservativo di beni di interesse culturale, compatibili con la normativa di tutela;
e) Interventi di adeguamento del patrimonio edilizio esistente per il rispetto delle norme in materia di sicurezza e igiene del lavoro e di abbattimento di barriere architettoniche;
f) Gli interventi di difesa idraulica per la mitigazione o riduzione del rischio idraulico.
Da un pò di tempo (troppo per la verità) legambiente di Agrigento, nello specifico rappresentata da ARNONE, FONTANA e CASA, si avventura in parziali e mistificanti interpretazioni di norme, quelle che tenta di riesumare a suo uso e consumo, per fare passare presso l’opinione pubblica LE LORO VERITA’. Lo ha fatto quando, tempo fa, affermava che il depuratore era INUTILE, in quanto riteneva ampiamente sufficienti i pennelli a mare; lo ha fatto quando, costretta dagli eventi, sempre più in contrasto con le sue prese di posizione, ha avuto la infelice idea di proporre il pompaggio dei liquami di San Leone al depuratore di S.Anna; lo rifà oggi riproponendo un improponibile convogliamento dei liquami di tutti i collettori fognanti verso il villaggio Mosè, invertendone “CON UN TOCCO DI BACCHETTA MAGICA” tutti i sensi di percorrenza, in un megadepuratore tutto da istruire,da finanziare e da appaltare. Se avesse senso quest’ultima prospettiva, perchè mai Girgenti Acque avrebbe “BUTTATO IN MARE” (sul vero senso della parola) oltre 2.000.000 di euro per ricostruire ex novo una condotta sottomarina del tutto inutile, oltre che fuori legge e senza autorizzazione allo scarico?
Ma gli uffici pubblici che cazzo ci stanno a fare, perchè non chiudono i battenti, Genio Civile, Assessorato Regionale Lavori Pubblici, Ufficio Tecnico Comunale, Soprintedenza BB.CC.AA. perchè non parlano, perchè lasciano parlare legambiente, chi sono costoro che tentano di influenzare sia l’opinione pubblica, che gli uffici tecnici preposti, dicono corbellerie i progettisti hanno scelto l’ubicazione del deperuatore
Saluti Pescasportivo